NOTA: Le letture della Domenica di Pentecoste sono disponibili cliccando qui, in formato stampabile per chi desiderasse seguire la messa in diretta.
Mi ha fatto molto riflettere l’inizio della seconda lettura che ascoltiamo in questo giorno di Pentecoste: “Fratelli, nessuno può dire <Gesù è il Signore!>, se non sotto l’azione dello Spirito Santo”. Cioè: se non mi rendo disponibile con umiltà (come chi sta cercando, come chi sta mendicando!) all’azione dello Spirito Santo,
- non posso giungere a riconoscere Gesù come Signore;
- non posso giungere alla fede in Gesù;
- non posso entrare in rapporto con Gesù che mi salva;
- non posso dichiararmi (o addirittura auto-proclamarmi!) cristiano.
In questa Festa Solenne celebriamo il dono dello Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Pasqua, ma il Vangelo che abbiamo ascoltato ci dice che Gesù questo dono l’ha fatto il giorno di Pasqua. Questi 50 giorni dovevano essere per noi un unico giorno, dilatato nel tempo; dovevano consentire alla grazia di Dio, come in una nuova creazione, di farci nascere (o rinascere) alla consapevolezza di essere figli di Dio.
La sera di Pasqua Gesù “soffiò” sugli apostoli il dono dello Spirito Santo (Vangelo); la sera di Pentecoste gli apostoli (prima lettura) accolgono nella loro vita il dono, lasciando che metta radici.
Lo Spirito Santo si manifesta “col fragore di un vento che si abbatte impetuoso” ; “come fuoco” capace di trasformare in modo radicale; conduce gli apostoli (vorrebbe condurre anche noi!)
- dalla paura, alla fiducia;
- dalla durezza del cuore, al perdono;
- da una visione individuale della vita, alla comunione.
Domenica scorsa (Ascensione del Signore) la Parola di Dio ci diceva che questa nuova vita ci viene donata per una missione, la stessa del Figlio Gesù: far emergere dentro la nostra vita il volto del Padre e annunciare la paternità di Dio vivendo da figli.
Gli apostoli hanno inizialmente avuto paura ad entrare con Gesù in questa “parentela con il Padre”; per questo si erano chiusi, sbarrando le porte della propria vita. “Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: <Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi>. Detto questo, soffiò e disse loro: <Ricevete lo Spirito Santo>”. La paura si supera non soltanto “facendosi coraggio” l’un l’altro, ma accogliendo “la vita nuova”: quella della Pasqua e del Battesimo; la paura si supera vivendo la vita di figli nel Figlio Gesù.
La seconda lettura di oggi ci condurrebbe a riflettere ancora a lungo su come l’azione dello Spirito Santo debba trasformare la nostra fede individuale una fede ecclesiale: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”; “Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore”; “Siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo”.
Quanta necessità abbiamo, specialmente in questa faticosa ripresa che non è e non sarà “fotocopia del prima”, di ripensare il nostro essere battezzati per formare Chiesa!
Preghiamo affinché il Padre “continui oggi nella comunità dei credenti il dono dell’effusione dello Spirito Santo, che ha operato agli inizi della predicazione del Vangelo” (Colletta).