
Le letture del Giovedì Santo sono disponibili al seguente link, cliccando qui, in formato stampabile per chi per chi desiderasse seguire la messa in diretta sul canale YouTube dell’Oratorio.
Riflessione
Nella Messa del Giovedì Santo, la Parola di Dio attira l’attenzione della nostra fede su due segni:
- Gesù lava i piedi ai suoi discepoli;
- Gesù “istituisce” l’Eucaristia, celebra la prima Messa.
Proviamo a tornare davanti ai gesti di Gesù; è importante collocarli nel loro contesto, coglierne l’attualità e percepire la loro forza sacramentale, cioè la capacità che hanno di rendere viva, presente e operante per noi oggi l’azione del Signore Gesù che ci salva.
“E’ la Pasqua del Signore!” (prima lettura)
Il contesto (la cornice) dei gesti di Gesù è la Cena pasquale degli Ebrei: il popolo di Israele vuole conservare la memoria viva dei gesti compiuti da Dio per liberarlo dalla schiavitù in Egitto, riportarlo in vita, accompagnarlo e sostenerlo durante il lungo cammino nel deserto. “E’ la Pasqua del Signore!”: è Dio che passa e, passando, fa passare da schiavitù a libertà (da morte a vita) coloro che lo accolgono e lo seguono. E’ la Pasqua della Prima Alleanza:
- è necessario ricordarla e celebrarla per consentire a Dio di rinnovarla;
- è necessario celebrarla in ogni famiglia, perché possa toccare la vita.
“Questo è il mio corpo che è per voi… questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue” (seconda lettura)
E’ la Nuova Alleanza. Celebrando la Pasqua con i suoi discepoli (la sua famiglia) è come se Gesù dicesse: “Ricordate? Avete capito quello che Dio ha fatto per voi nella prima Alleanza? Ecco: Dio lo fa di nuovo; rinnova la sua Alleanza attraverso di me. Sono io l’Agnello di questa nuova Pasqua: “Prendete e mangiate; prendete e bevete”.
Pane spezzato, vino versato per noi: ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, per consentire a Dio di passare nella nostra vita a liberarci e a salvarci. E’ la più grande prova dell’amore di Dio per noi: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita”.
Perdonaci, Signore. Il nostro cuore si è indurito:
- non riesce più a farsi “toccare” e commuovere dal tuo amore;
- non riesce più ad approfittare di questa tua alleanza per portare davanti a te la vita con le sue ferite e chiedere a te di guarirle per farla rinascere.
Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai i piedi” (vangelo)
“Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi…”
“…perché anche voi facciate come ho fatto io”
Il gesto che Gesù compie (lavare i piedi) è assolutamente sconvolgente, inaudito:
- è il ribaltamento totale della “scala di valori” sulla quale misuriamo il valore della nostra vita;
- è l’invito impostare un nuovo tipo di relazione, di rapporto tra noi, l’unico che possa salvare il valore umano della nostra vita.
Di questi tempi attendiamo impazienti di poter riprendere a vivere: sogniamo, progettiamo. Ma su quali basi vorremmo far ripartire questa nostra vita, appena sarà possibile? Sulle stesse basi di prima, o su basi ribaltate dalla partecipazione alla Pasqua di Gesù: di nuovo immersi nella sua Pasqua (“battezzati”), per riemergere rinnovati (“ribaltati”)?
Un ultimo pensiero.
Tradizionalmente il Giovedì Santo, il giorno della Cena Pasquale di Gesù con i suoi discepoli, è considerato giorno dedicato ai sacerdoti. Quando celebriamo l’Eucaristia (la Messa) sono i preti che ripetono le parole e il gesto sacramentale di Gesù, in nome suo e della Chiesa. Vi chiedo, questa sera, una preghiera particolare per i preti: anche per me.