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Riflessione
Il Giovedì Santo, ogni anno, celebrando la “Messa nella Cena del Signore”, siamo ricondotti con la nostra fede davanti a questo mistero dell’amore di Dio che è L’Eucaristia. Chiediamo al Signore che si rinnovi nei nostri cuori la grazia della gratitudine e della riconoscenza per questo dono che accompagna la nostra vita di battezzati per conservarla, nutrirla, sostenerla; chiediamo anche la grazia del pentimento per noi e per tanti nostri fratelli battezzati: nel corso dell’anno, questo grande dono non è al centro della nostra attenzione come dovrebbe essere!
La Parola di Dio conduce l’attenzione della nostra fede in due direzioni diverse, almeno in apparenza: il dono della Pasqua (passaggio) di Dio diventa nutrimento necessario per la nostra pasqua; il dono della sua Pasqua conduce Dio “ai piedi dell’uomo”, là dove siamo con la nostra vita. Il gesto della “Lavanda dei piedi” (ripristinato lo scorso anno) accompagna la nostra riflessione in questa seconda direzione.
Ho preso come punto di partenza e di riferimento questa frase del Vangelo: “Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava” È impressionante, a pensarci. Quel Gesù che comincia a compiere l’azione che facevano i servi (quelli più umili, gli schiavi!) aveva tutto il potere di Dio: e ne era consapevole!
“Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono”
Lui, il Signore e Maestro, si comporta da servo/schiavo; in lui, il Signore e Maestro, Dio, pur di “passare nella nostra vita” per salvarci con il suo amore, si inginocchia ai nostri piedi. Se pensiamo a come funzionano (anche in questi nostri giorni!) i rapporti all’interno dell’umanità, non facciamo fatica a capire la reazione di Pietro, degli altri discepoli e forse anche nostra. Lo chiamiamo “Signore e Maestro”: dunque il suo posto è tra quelli che si fanno servire, non tra quelli che servono; ne ha diritto!
Gesù l’aveva già detto più volte; più volte i discepoli avevano ascoltato; ma non avevano compreso e assimilato: anche in quest’Ultima Cena non capiscono né l’intenzione, né il senso del gesto di Gesù. Lavando i piedi ai discepoli, Gesù fa l’ultimo tentativo (prima di quello definitivo sulla Croce) per farci capire qual è, secondo lui, il senso della sua esistenza di Figlio di Dio fatto Uomo e della nostra esistenza di figli di Dio nati dal Battesimo. Se non capiamo questo gesto di Gesù, come potremo capire il dono della sua vita nella Passione e Morte?
Fa’, o Signore, che dalla partecipazione a questo grande mistero dell’amore di Dio per noi possiamo attingere pienezza di carità e di vita. (colletta)