Le letture del Giovedì Santo sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Questa Messa che stiamo celebrando si svolge come di consueto, senza particolari gesti liturgici. Per la verità ci sarebbe l’opportunità del gesto della “lavanda di piedi”, ma è un’usanza che (a mio ricordo!) non ha mai trovato spazio e attenzione nella nostra Parrocchia. Bisognerebbe che qualcuno si attivasse a organizzarla e poi chiedesse al Parroco di celebrarla, ma… è già difficile ottenere una disponibilità “diffusa” a dare risalto a una celebrazione “normale” del Giovedì Santo.
“Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza” (salmo)
La Liturgia del Giovedì Santo (a me sembra!) non ci chiama soltanto a “mimare” ritualmente l’Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli; ci chiama a rendere attuali nel tempo (il nostro tempo!) le parole e i gesti di Gesù, perché possano incidere nella nostra vita; ci chiama a rendere più esplicito il legame tra quello che fece Gesù al momento di entrare liberamente nella sua Pasqua e quello che compiamo ogni volta che riviviamo con l’Eucaristia il dono della Pasqua.
Proviamo allora a rimettere in gioco la nostra fede e il nostro cuore, accompagnati dalla Parola che abbiamo ascoltato. La Parola di Dio ci ha condotto dentro tre Pasque: quella dell’Esodo, quella del Cenacolo, quella dell’Eucaristia.
La Pasqua dell’Esodo. “In quella notte io passerò” (prima lettura)
È per rivivere celebrando quella Pasqua che Gesù e i suoi apostoli si sono radunati. È una notte che segna l’inizio di una vita nuova (“l’inizio dei mesi, il primo mese dell’anno”); è una notte che stravolge in positivo la vita del popolo (dalla schiavitù alla libertà); è una notte da celebrare come memoriale, per rimanere nell’Alleanza con Dio che libera e che salva.
La Pasqua del Cenacolo. “Questo è il mio corpo che è per voi; questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue” (seconda lettura)
Immaginiamo lo stupore degli apostoli di fronte a questa “coda” della Cena per la Pasqua della prima Alleanza: le parole di Gesù spiegano il significato del gesto (vita spezzata per dare vita!); dall’agnello sulla tavola all’Agnello di Dio.
La Pasqua dell’Eucaristia.
Cosa sarà passato quella sera per la testa e per il cuore degli apostoli? Cosa passa per la nostra testa e il nostro cuore questa sera e ogni volta che celebriamo l’Eucaristia?
La lavanda dei piedi. “Vi ho dato l’esempio…”) (vangelo)
Come se non bastasse, Gesù si alza da mensa e compie l’operazione umiliante riservata al servo. Per tutto il tempo della sua vita pubblica Gesù ha annunciato il “Regno di Dio”. Forse anche noi ci siamo immaginati un Dio che viene con forza, spezzando ogni resistenza; invece è Lui a spezzarsi per donarsi a noi. Ci siamo immaginati un Dio padrone, “dall’alto dei cieli”; invece è Lui che si mette in ginocchio: si piega per caricarsi il nostro peccato e liberarci. Ci siamo immaginati un Dio che premia i buoni e castiga i cattivi; invece scopriamo un Dio che sceglie di donare solo amore a tutti. Questo Dio, nel Figlio Gesù, ci chiede di accoglierlo in questa sua sconcertante tenerezza, di lasciarci rigenerare dalla sua misericordia.