Le letture della I Domenica di Quaresima sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Il Tempo di Quaresima inizia ogni anno riproponendoci il racconto delle tentazioni di Gesù. L’evangelista Marco riserva a questo evento pochissime parole: poche ma molto illuminanti per la nostra vita e per la nostra fede.
“Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana”.
Gesù è mosso (sospinto!) dallo Spirito: dunque il deserto fa parte del progetto di Dio, è dentro il modo di intendere la vita che Dio ha; non è un’esperienza che facciamo se e quando siamo sfortunati, o che dobbiamo sopportare quando ci tocca. Quando sperimentiamo la tentazione, vuole dire che siamo spiritualmente vivi, che siamo sulla via del Signore, che siamo vicini a lui. Anche il Figlio di Dio fatto Uomo ha dovuto verificare e attestare per chi, per che cosa e in che modo intendeva vivere la propria vita. Lo ha dovuto fare “per quaranta giorni”, lungo tutta la sua vita.
“Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano”
Sembra che Gesù sia tornato nel giardino di Eden, a scegliere se vivere seguendo l’istinto (le bestie) oppure cercando e accogliendo una relazione con Dio (gli angeli); è la fatica di imparare a “diventare umani” e continuare ad esserlo. Subiamo spesso e facilmente il fascino di rinunciare a questo modello di “umanità” basato sulla relazione, per riportare noi stessi al centro. Satana (“colui che separa e divide) usa la nostra natura istintiva come leva per farci ricadere e rimanere schiavi di noi stessi: “Costruisci a tuo piacimento una umanità che ti risparmi la fatica dell’impegno, della fedeltà, della costanza”.
La pratica quaresimale del digiuno e dell’astinenza dovrebbero accompagnarci proprio a questo: sottrarci (almeno qualche volta e parzialmente!) alle richieste istintive della natura, per lasciare spazio a una comunione personale con noi stessi (digiuno), tra noi (elemosina) e con Dio (preghiera).
“Nel deserto”: il riferimento è al tempo dell’Esodo. Oggi ritorna al centro la volontà di Dio verso di noi: Alleanza. Quella con Noè (prima lettura) è già la seconda alleanza, dopo il fallimento della prima (peccato originale). Ne saranno necessarie altre (con Abramo, Isacco, Giacobbe) per giungere a quella dell’Esodo, che rimarrà centrale per la fede del popolo di Israele: è la prima Pasqua!
Quanto risulta difficile e complicato per Dio educare il suo popolo! Dio li sta facendo nascere come popolo liberato dalla schiavitù, e loro piangono e si lamentano perché la loro natura istintiva percepisce solo quello che viene a mancare; Dio li sta educando a vivere in relazione, e loro reagiscono rimpiangendo la schiavitù. E’ questa la costante della lotta in ogni cammino spirituale: dimenticare i doni ricevuti da Dio e lamentarsi con lui; scordare il dono dell’essere figli; rincorrere le esigenze istintive che rimettono al centro noi stessi; desiderare di tornare dal nostro essere figli all’essere schiavi di noi stessi.
“Dono di grazia, dono di salvezza è questo tempo che ci guida a Pasqua”
La Quaresima è dono di grazia e di salvezza proprio perché ci sottopone a questo “vaccino del cuore”: ci accompagna a verificare se crediamo ancora a questa nostra vera natura: persone create per l’amore verso il Padre(Dio), verso gli altri, verso il creato (!).
Chiediamo la grazia
- di non avere paura a confrontarci con il nostro cuore, nel deserto della prova;
- di non avere paura della fatica spirituale che questo comporta;
- di imparare a stare in contatto con le nostre “zone d’ombra”, per permettere al Vangelo di illuminarle.
L’arcobaleno (prima lettura) è sempre lì a testimoniare che Dio non prenderà mai le distanze dall’uomo, da me così come io sono.