Le letture della I Domenica di Quaresima sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo” (colletta)
Tutto quello che ci sarà proposto e che faremo durante questa Quaresima (a partire dal Rito delle Ceneri mercoledì scorso) vuole condurci lì, davanti al mistero che è Gesù:
- a riscoprire e riconoscere in Lui un’umanità piena e completa;
- a cambiare, là dove è necessario, il nostro modo di intendere la vita umana;
- a ridire il nostro “sì” al rapporto con Dio che nasce dal Battesimo.
“Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”… per 40 giorni e 40 notti” (vangelo)
Anche Gesù, appena battezzato, è condotto dallo Spirito Santo a vivere la sua Quaresima: a maturare la scelta fondamentale della sua vita; a dare alla sua vita un volto da Figlio di Dio.
Le tentazioni più vere prendono di mira la fragilità della nostra fede. Nelle sue risposte al diavolo, Gesù va a ripescare nella memoria della propria fede le parole del “Libro del Deuteronomio”: quello che contiene la professione di fede maturata dal popolo di Israele durante i 40 anni nel deserto.
Il deserto per Israele: per capire e trasformare in scelta di fede il dono della prima Pasqua (Prima Alleanza). Il deserto per Gesù: per accogliere la missione che il Padre gli ha affidato e far giungere all’umanità il dono della seconda Pasqua (Seconda Alleanza). Il deserto per noi: per riscoprire il dono ricevuto nel Battesimo e rinnovare il nostro impegno a vivere la nostra umanità come figli di Dio.
La Quaresima ci dice con molta chiarezza che (per Israele, per Gesù e per noi) la tentazione non riguarda uno o più momenti singoli della vita: riguarda tutto il significato e tutto il tempo della nostra vita.
“Il Signore Dio piantò un giardino e vi collocò l’uomo” (prima lettura)
Da una parte il giardino e dall’altra il deserto. L’umanità dal giardino al deserto: perché invece di riconoscere la premura e la generosità di Dio, gli uomini cedono alla tentazione di considerare Dio un intruso, un concorrente di cui sbarazzarsi, invece che un Padre di cui fidarsi.
Il problema della nostra vita è veramente e fondamentalmente un problema di fede: il male (ogni male!) affonda le sue radici nel “no” a Dio; il bene (ogni bene!) fiorisce a partire dal “sì” a Dio. Rinnovare la fiducia a Dio può trasformare di nuovo la nostra vita da deserto in giardino.