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Riflessione
“Gesù era guidato dallo Spirito, tentato dal diavolo” (vangelo)
Il verbo usato nel Vangelo per descrivere la tentazione significa letteralmente “far venire fuori” quello che siamo in realtà. È la nostra libertà che viene messa alla prova; è il “travaglio” della vita: non si esaurisce al momento del parto. Entriamo nella vita senza un “copione” già scritto; però Dio ci consegna la luce e la forza dello Spirito Santo: battezzati (immersi e rinati) alla vita da figli di Dio “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
Anche l’umanità di Gesù, Figlio di Dio, è stata esposta “alla prova della libertà”: Gesù è stato chiamato a scegliere, a decidere; e il “mercato” delle possibilità, anche se diverso da quello dei nostri giorni, era ampio e variegato per Lui, come lo è per noi.
“Nel deserto, per quaranta giorni” (vangelo)
Il deserto (almeno in apparenza!) è l’immagine della solitudine più totale nella quale ci troviamo quando siamo chiamati a decidere. In realtà non siamo soli, anzi; la scena, nel Vangelo, appare piuttosto affollata: accanto a Gesù ci sono lo Spirito Santo e il tentatore; il numero 40 rimanda all’esperienza di fede di tutto il popolo di Israele per 40 anni nel deserto. Per Israele, quello del deserto era stato (nel bene e nel male!) il tempo della maggiore intimità con Dio, il tempo della Alleanza; ognuno di noi, nella vita e nel tempo delle decisioni può sperimentare la cura premurosa di Dio (lo Spirito Santo). Le risposte che Gesù contrappone al tentatore sono prese dal Libro del Deuteronomio, quello che percorre i momenti fondamentali dell’Alleanza: quelli dell’Esodo e delle tentazioni che l’hanno accompagnato (la fame, la sete, il vitello d’oro…).
Il Vangelo colloca le tentazioni di Gesù subito dopo l’episodio del Battesimo e prima dell’inizio della vita pubblica e del suo ministero. Gesù ha accolto la missione che il Padre gli ha affidato: lo testimonia la sua presenza al fiume Giordano tra i peccatori; per questa scelta il Padre ha espresso compiacimento nei suoi confronti. Ora Gesù si affida allo Spirito Santo per decidere che tipo di Messia vuole essere. Non è sempre facile e scontato distinguere tra quello che viene da Dio da quello che viene dal demonio: ci attira sempre il fascino di una via facile per la vita.
“Dì a questa pietra che diventi pane” (vangelo)
Quella della tentazione è una dimensione quotidiana della nostra esistenza: accompagna costantemente la nostra vita, come la fame. Possiamo usare le cose in maniera vorace, violenta; possiamo usare gli altri per soddisfare la nostra brama di possesso; possiamo approfittare del privilegio di avere cibo in abbondanza.
“Che male c’è?”
Spesso la tentazione si presenta attraverso l’ambiguità: facciamo nostri i mezzi e le modalità del male, dicendo a noi stessi che alla fine ne verrà un bene per tutti. Abbiamo sempre “bisogno di conferme”. Ci comportiamo con Dio come figli capricciosi, che pretendono dai propri genitori continue conferme del loro affetto.
“Il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato” (vangelo)
Sarà il momento più difficile per Gesù: quello della Passione e Morte. La tentazione ritorna con maggior forza quando la vita ci rende più deboli: come di questi tempi.
“Resta con noi, Signore, nell’ora della prova”.