Le letture della II Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Giovanni (Battista), vedendo Gesù venire verso di lui” (vangelo)
Dovremmo averlo imparato nel Tempo di Avvento e del Natale di Gesù, appena concluso: il nostro problema di battezzati non è scoprire e percorrere strade che conducono a Dio; è accogliere e tenere in considerazione questo Dio che, nel Figlio fatto uomo, viene qui dove siamo con la nostra vita.
“Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo (vangelo)
“Agnello” (vangelo)) e “servo” (1° lettura) sono parole che indicano una vita messa a disposizione di Dio e degli altri perché si trasformi in vita e salvezza per tutti. Attraverso il sacrificio di un agnello, i credenti di Israele ricordavano ogni anno la Pasqua, il momento in cui Dio li aveva liberati dalla schiavitù in Egitto.
Giovanni Battista, chiamando Gesù “Agnello di Dio”, ci ricorda la nostra schiavitù: anche noi (come Adamo ed Eva) siamo continuamente tentati di considerare Dio come un ostacolo da cui liberare la nostra vita, per gestirla secondo criteri nostri (bene/male); inseguiamo sempre il miraggio di una libertà che faccia a meno del rapporto con Dio.
“Io ti renderò luce delle nazioni, perché tu porti la salvezza fino alla estremità della terra (1° lettura)
Gesù (Agnello di Dio) può liberarci da questa schiavitù: può farci conoscere il desiderio che Dio ha di stare con noi. Nel Figlio fatto uomo (Gesù), Dio si mette sui nostri passi, si consegna nelle nostre mani per farci rinascere alla vita di figli. Per raggiungere questo scopo, Gesù (agnello e servo) non esiterà a consegnare se stesso e a donare la sua vita per salvarci.
“Giovanni testimoniò dicendo: Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui”.
“Io ho visto e ho testimoniato che Lui è il Figlio di Dio” (vangelo)
Il nostro Battesimo è chiamata (come ricorda S. Paolo ai cristiani di Corinto): “Santificati in Cristo Gesù; santi per chiamata; resi capaci di invocare il nome del Signore nostro Gesù Cristo” (2° lettura)
Iniziando il Tempo Ordinario dell’Anno Liturgico, siamo chiamati, come Giovanni Battista, a scoprire e a portare alla luce i segni della presenza del Signore Gesù, Agnello di Dio.
Gesù continua a farsi carico della nostra salvezza: continua a liberarci dal male (fatiche, conflitti, violenza, ferite, peccati); è presente con la sua grazia e nelle persone che si trasformano in “canali di grazia”, restando fedeli ai propri impegni, condividendo i dolori e le sofferenze degli altri.
Grazie all’impegno fedele e faticoso di tanti, l’umanità può ancora sperare nella salvezza: sono coloro che assistono un anziano o un malato; coloro che si dedicano con passione a educare i piccoli alla vita (umana e da figli di Dio); coloro che si dedicano a pregare anche per chi non prega. Attraverso loro, come attraverso il Figlio Gesù. Dio continua a farsi carico del “peccato del mondo”.
Se Giovanni Battista quel giorno non lo avesse indicato presente, nessuno si sarebbe accorto di Gesù. Non riconoscere la presenza e il passaggio tra noi di Gesù, Agnello di Dio, sta rivelandosi come la vera disgrazia per noi, uomini di questo tempo!
“O Padre, conferma in noi la grazia del Battesimo, perché con la forza del tuo Spirito, anche noi possiamo proclamare il lieto annuncio: Ecco l’Agnello di Dio!” (colletta)