Le letture della II Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
L’Anno Liturgico ci conduce dal Tempo di Natale al primo periodo del Tempo Ordinario; ci accompagnerà fino all’inizio della Quaresima, quando daremo chiamati a confrontarci nella fede con un altro “tempo forte” (dopo quello di Avvento/Natale/Epifania): Quaresima, Pasqua, Pentecoste.
Il primo tema che incontriamo è quello della “chiamata”: i primi discepoli di Gesù (vangelo), Samuele (prima lettura), noi (seconda lettura: “Glorificate dunque Dio con la vostra vita”).
“I due discepoli seguirono Gesù”
Ripensare alla nostra storia di discepoli di Gesù, ci riporta davanti a un’esperienza che dovrebbe risultare decisiva per la nostra vita. Chiedo spesso ai genitori, che vengono a chiedere il Battesimo per il proprio figlio, di ripercorrere con la mente e con il cuore il cammino del loro essere discepoli di Gesù: i risultati di questa “rilettura” della propria vita sono spesso poco confortanti e rassicuranti. La storia di quei due discepoli dovrebbe essere anche la storia della nostra vita di fede.
Storia di qualcuno che ci ha indicato in Gesù “l’Agnello di Dio”: ci ha aiutato a conoscerlo e a scoprire in Lui il Figlio di Dio; ci ha raccontato le parole e le azioni di Gesù; ci ha condotto davanti a quel mistero di amore che è la Passione e Morte di Gesù. C’è stato questo “qualcuno” nella nostra vita?
Storia della nostra decisione di “andare dietro a Gesù”, per cercare di conoscerlo meglio personalmente, fino a domandargli “dove dimori?”. C’è stata, ad un certo punto della nostra vita, questa decisione?
Storia di un tempo in cui abbiamo ascoltato la Parola di Gesù, abbiamo contemplato i suoi gesti, siamo entrati in comunione di amore con Lui. C’è stato questo tempo? Quando?
Storia di un incontro che ha lasciato il segno e ha cambiato la nostra vita, come il nome cambiato a Pietro. La nostra vita risulta irrimediabilmente segnata dall’incontro con Gesù?
“Sentendo Giovanni Battista parlare così, i suoi discepoli seguirono Gesù”
Abbiamo provato a cercare le tracce di coloro che ci hanno indicato Gesù, per imparare a seguirlo. Noi cosa siamo in grado di suscitare negli altri riguardo al rapporto con Gesù? Cosa possono trovare in noi le persone che ci sono affidate da Dio? Possono trovare un’esistenza da cui traspare la comunione di vita con Dio, attraverso Gesù, nel rapporto con la Chiesa e con la vita sacramentale?
“Ecco l’Agnello di Dio, Colui che toglie il peccato del mondo”
Gesù è Colui che può riportare la nostra esistenza dentro il suo significato più vero. Può fare percorrere anche a noi l’Esodo per la Pasqua della Nuova Alleanza; può prendere su di sé il nostro peccato. Peccato è il nostro chiuderci alla vita di relazione con Dio e con il prossimo; è il non riuscire più a credere nell’amore come unica possibilità di affrontare la vita umana, con i suoi problemi e le sue difficoltà. Come l’agnello della Prima Alleanza, Gesù, l’Agnello della Nuova Alleanza, con il suo sacrificio apre davanti a noi e per noi il cammino che libera la nostra vita: le fa ritrovare il suo significato più pieno e più vero.
“Rabbì, dove dimori?”
Gesù “dimora” nel suo essere Figlio in comunione con il Padre. Dicevamo domenica scorsa che lì, in quella comunione, siamo stati “innestati” anche noi con il Battesimo, “impregnati” di Spirito Santo. Da lì, dal fonte battesimale, è partito il cammino della nostra vita verso la comunione piena: nel Figlio, con il Padre, sotto l’azione dello Spirito Santo.