Le letture della II Domenica di Avvento sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Ormai dovremmo saperlo tutti: Avvento significa venuta; e, perciò, attesa di una venuta.
Il popolo di Israele aveva avuto occasione di vivere profondamente questa esperienza dell’attesa: l’aveva vissuto al tempo della schiavitù in Egitto, al tempo del deserto e della conquista della terra promessa da Dio; l’aveva rivissuta parecchi secoli dopo, al tempo dell’esilio in Assiria e a Babilonia; attesa di un Messia che potesse dare un volto nuovo alla sua storia di popolo.
Aveva vissuto anche lunghi periodi in cui la speranza dell’attesa si era logorata, fino al venir meno della fede: non aspettava più nulla dal Dio della Alleanza. Allora Dio chiamava e mandava al suo popolo un Profeta (Isaia: prima lettura).
Proviamo a cercare nella prima lettura i “segni” con cui Isaia richiama i credenti del popolo di Israele (e noi!) ad attendere la venuta di un Salvatore: un germoglio, un virgulto, una radice (e chi è questo Iesse?). Quali saranno i “segni” che Dio è intervenuto a salvare? Giustizia (quella che rende giusto Dio!) e rapporti nuovi, contrassegnati dalla pace: lupo e agnello, leopardo e capretto, leoncello e vitello, orsa e mucca, vipera e bambino.
“La conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare” (prima lettura)
“Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino”
Passano 700 anni, dal tempo di Isaia. A un tratto, come un urlo che sveglia anche i più assonnati e i più distratti (i peccatori!), si leva la voce di Giovanni il Battista: c’è da ritrovare la fede;c’è da cambiare vita; c’è da cambiare il modo di stare al mondo; bisogna darsi da fare per non farsi trovare impreparati all’incontro con il Signore che rinnova il dono della sua venuta. C’è da fare un cammino! Giovanni il Battista riprende alcune parole di Isaia: “preparare vie; raddrizzare sentieri”. Nessuno può sentirsi garantito, già a posto!
Abbiamo Abramo per padre” (vangelo)
Tradotto: “Siamo battezzati e cresimati; abbiamo fatto la Prima Comunione!”.
Anche Giovanni il Battista usa dei “segni”: la pula e il grano; la scure alla radice; battesimo in Spirito Santo e fuoco
“Vieni, Signore, re di giustizia e di pace” (salmo responsoriale)
“Con il soffio delle sue labbra; con il dono del suo Spirito” (prima lettura)
Anche noi abbiamo seri motivi per attendere con ansia e accogliere con gioia una nuova venuta del Signore tra noi: non vi pare? Giovanni il Battista si è accorto della venuta di Dio per salvarci; si è accorto dell’urgenza della conversione: “Accorrevano e si facevano battezzare” (vangelo).
Anche lui, però, dovrà convertirsi: dovrà imparare da Gesù che il modo con cui Dio ci visita nel Figlio che si fa uomo è diverso da come lui lo immaginava: si troverà Gesù al fiume Giordano tra i peccatori.
Per salvarci, Dio sceglie di entrare dentro la nostra vita così come è; sceglie la via dell’umiltà (si fa piccolo come noi); sceglie la via della misericordia e del perdono.
“La sapienza che viene dal cielo (quella di Dio) ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore” (colletta)