Le letture della II Domenica di Natale sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Vangelo)
C’è una grande differenza tra l’essere al buio e godere della luce! È vero: la luce non ha il potere di cambiare la realtà delle cose, ma può cambiare il modo di guardare le cose, le persone, gli eventi (anche quelli più bui). Cosa porta a noi, nella nostra vita, la “luce vera che è Gesù”, il Figlio di Dio che si è fatto uomo? Non cambia il corso degli eventi, come spesso pretenderemmo noi; cambia la nostra capacità di affrontare le situazioni: ci permette di comprenderle in una luce nuova, nel loro significato più vero; ci dona la capacità di un nuovo orientamento per la nostra vita; ci dona forza per affrontare le vicende della vita per quello che sono.
“Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo vi dia uno spirito di sapienza” (2° lettura)
“La luce vera che è Gesù” permette a ciascuno di noi di scoprire in profondità il nostro essere: ciò a cui siamo chiamati, il compimento verso il quale siamo in cammino; ci offre gli elementi necessari per discernere; permette a ciascuno di noi di scoprire ciò per cui è stato pensato e voluto dall’amore di Dio. “La luce vera che è Gesù” ci è donata come sapienza della nostra vita (1° lettura).
“In principio era il Verbo… e il Verbo si fece carne” (Vangelo)
Allora il Natale, nelle intenzioni di Dio, non è un punto di arrivo; è un punto di partenza che apre la nostra vita a un modo nuovo di stare nella storia. Questa è la chiamata (vocazione) che il Signore ci rivolge: stare nella storia. Solo così celebriamo la verità del Natale di Gesù e lasciamo che si trasformi per noi nel nostro “venire alla luce”.
Stare nella storia da credenti (battezzati) vuol dire coltivare la speranza, essere vigilanti, non smarrire le ragioni vere del vivere, anche quando le vicende e le emergenze ci tenterebbero del contrario.
Così il Natale di Gesù si trasforma da “commemorazione” in “sapienza per la vita umana”; diventa “sorgente di pace” nonostante le nostre fragilità; trasfigura in esperienza di salvezza sia i momenti di gioia che quelli di dolore.
Chiediamo la grazia di riuscire a “trattenere nel cuore” il Natale di quest’anno come esperienza di luce rinnovata, esperienza di grazia (amore immeritato offerto e donato da Dio), esperienza di vita da figli di Dio.
“Illumina gli occhi del nostro cuore, perché, credendo nel tuo Figlio, gustiamo la gioia di essere tuoi figli”