Le letture della festa della II Domenica di Natale sono disponibili al seguente link, cliccando qui, in formato stampabile per chi per chi desiderasse seguire la messa in diretta sul canale YouTube dell’Oratorio.
Riflessione
“Il Padre della gloria vi dia uno spirito di sapienza” (2° lettura)
Tutte le letture di oggi, in modi e con linguaggi diversi, parlano di sapienza. L’arcivescovo di Milano, recentemente, scriveva ai cristiani della sua Diocesi: “Si può evitare di essere stolti”. È sempre tempo di cercare la sapienza: ne abbiamo bisogno! Siamo sempre in caccia di maestri, di riferimenti, di indicazioni per la vita; ma dove cercare? Chi sono i sapienti di questo nostro tempo? Dove trovare sapienza, oggi? Oggi ci viene ricordato (oh, quanto ne abbiamo bisogno!) che per un cristiano (un battezzato) solo Gesù Cristo, il Verbo Incarnato, è la Sapienza: Lui ci ha rivelato il volto di Dio; in Lui risplende il volto di Dio.
“In principio era il Verbo” (Vangelo)
La Liturgia oggi ci prende per mano (come si fa con i bambini!) e ci conduce in un viaggio che inizia “in principio”, fuori dal tempo degli uomini (nel “fuori tempo” di Dio) e poi giunge fino a un luogo che, a prima vista, non ha nulla da spartire con Dio: è Nazaret, il luogo dell’Incarnazione, dove il Verbo di Dio (Dio stesso) ha scelto di “piantare la sua tenda tra noi”.
Questo annuncio del Vangelo ha in sé qualcosa di inaudito; probabilmente facciamo addirittura fatica a capirlo del tutto. A volte ci accompagna la sensazione che la nostra vita non sia poi così amabile; ci attraversa il dubbio che a Dio non stiano troppo a cuore le nostre vicende umane.
Il Vangelo proclama che, agli occhi di Dio, noi e questa nostra terra risultano affidabili. Dio sceglie di fidarsi, perché riconosce in noi una bellezza latente, da far uscire fuori; l’amore appassionato di Dio dedica tutto se stesso a recuperare in noi la sua immagine autentica.
“In principio” della storia umana, prima dell’esperienza di un “peccato originale”, c’è l’esperienza di una “grazia originale”.
“Il Verbo si fece carne”
Dio prende l’iniziativa e si rivolge all’uomo: si fa uno di noi, affinché noi, per mezzo di Lui, possiamo tornare ad essere partecipi della natura divina; Dio si preoccupa, anzi tutto, di riallacciare una relazione tra Lui e noi.
“A quanti lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio”
Ecco lo scopo ultimo della nostra vita, quello che le dà sapienza e senso compiuto: diventare figli di Dio, vivere da figli di Dio. Il Natale del Figlio Gesù è anche il nostro natale: ci fa nascere capaci di pensieri nuovi; capaci di allargare lo sguardo sulla vita, per accorgerci di Dio e degli altri; capaci di avere attenzione e cura per ogni uomo.
Così il Verbo continua a farsi carne in noi. Il Vangelo che proclama l’Incarnazione del Verbo è come un seme che rende feconda la nostra umanità; ma deve trovarci come un grembo disposto ad accoglierlo, per continuare a essere “racconto dell’amore di Dio per noi”.
“In principio era il Verbo”, la Parola di Dio.
Alla sorgente di tutto, non c’è l’insensatezza e la stoltezza, ma la sapienza; non c’è il caos, ma la bellezza. Anche in una condizione così precaria, com’è quella che stiamo vivendo, la nostra vita non è allo sbando; è nelle mani di un Dio che ci è Padre e ci ama.