Le letture della II Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“La sera di quello stesso giorno” (vangelo)
Gli incontri con Gesù Risorto avvengono all’alba (il mattino di Pasqua) oppure di sera (come nel vangelo di oggi), quando non c’è luce piena. Di nuovo tornano in campo, nel segno del buio, sentimenti come l’angoscia, la delusione, lo smarrimento e l’abbandono (Tommaso), la paura (“per timore dei Giudei”), la confusione.
Il Vangelo non cancella queste situazioni, anzi: le accoglie e le ospita come se fossero il grembo da cui può nascere una vita nuova; quella legata alla fede. La fede, dunque, non è essere sospesi a mezz’aria per un momento (come per il Battesimo), ma chiede di mettere radici per poter germogliare nel peso quotidiano della vita e illuminarla trasformandola.
“Tommaso non era con loro quando venne Gesù” (vangelo)
La fede nata dal Battesimo (dalla Pasqua) ha bisogno di essere vissuta in comunità con altri credenti, in una comunione mai scontata, ma che nasce dentro una comunità e tende a una comunità: con tutte le imperfezioni, gli ostacoli e i dubbi che la attraversano; con tutta la sua fatica a misurarsi con la luce del Signore Risorto.
“Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro <Pace a voi!>. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco” (vangelo)
La speranza legata alla Pasqua non nasce dall’assenza del buio e del dolore. La pace è misurata sul dolore da cui nasce ed è donata.
“Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati” (vangelo)
Il perdono non è frutto di una capacità naturale insita in noi: non l’avremmo; non sempre, almeno. Nasce come forza che viene dallo Spirito Santo: il respiro per vivere da figli di Dio, di cui Gesù Risorto ci fa dono. Le piaghe restano; anche le fatiche a donare misericordia e perdono.
“Mio Signore e mio Dio” (vangelo)
Tommaso crede davanti alle ferite mostrate da Gesù; riconosce come suo Signore quel Dio che è stato capace di assumere su di sé e di accoglierlo con il suo dolore; persino con la sua fatica a credere.
“Signore, Dio nostro, accresci in noi la fede nel Cristo Risorto” (colletta)