II Domenica di Pasqua (27/4/2025)


II Domenica di Pasqua

Le letture della II Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

In questa Seconda Domenica di Pasqua ho provato a riflettere a partire da tre parole: incredulità, pace, gioia.

“Non essere incredulo, ma credente”

Sono le parole che Gesù Risorto dice a Tommaso e a noi. Il cammino di fede di Tommaso comincia da lì: deve uscire dalla incredulità per entrare personalmente nella fede. Tommaso non mette in dubbio quello che gli altri discepoli gli annunciano (“Abbiamo visto il Signore”), ma prima di credere ha bisogno di incontrare personalmente Gesù Risorto (“Se non vedo, se non metto il mio dito e la mia mano”). L’incredulità di Tommaso è già interiormente orientata alla fede; dice, però, un’esperienza assolutamente essenziale riguardo alla fede: nessuno può credere al nostro posto. La fede nasce da un’esperienza personale: Tommaso ha bisogno di un’esperienza personale; non si crede perché tutti credono; non si è increduli perché tutti sono increduli. L’incredulità diventa così una soglia da attraversare, per entrare nella fede.

“Mio Signore e mio Dio”

Attraversata la soglia, Tommaso professa una fede molto profonda: riconosce Dio in Gesù Risorto; per lui, Gesù risorto non è più soltanto il Maestro ritornato in vita.

“Pace a voi”

Questa è la “Domenica della Divina Misericordia”. Le piaghe di Gesù sono il segno del suo amore; sono lo scrigno da cui esce il tesoro della misericordia di Dio che dona pace. Il dono e il bene della pace sembrano lontanissimi dalla vita degli uomini!

“I discepoli gioirono al vedere il Signore”

Alla nostra vita manca la gioia: quella vera. Ci sforziamo e ci illudiamo di supplire con tanti surrogati (quante iniziative e quanti “fracassi per far divertire”!): ma non sono gioia vera per la vita. Ce ne accorgiamo, purtroppo, dalla cronaca di ogni giorno: quella che riguarda il mondo intero e la nostra umanità; quella che riguarda il nostro ambiente di vita; quella che segna (così dolorosamente!) la vita delle nostre famiglie e la nostra vita personale. Una assenza di gioia che si trasforma in morte: vita sottratta ad altri e a se stessi.

Eppure, nonostante tutto questo, rimane prevalente anche in noi battezzati la scelta di rimanere nell’incredulità, invece che attraversare questa soglia per cercare nei Sacramenti pasquali il contatto personale con Gesù Risorto e la sua Pasqua.

“Accresci in noi la grazia che ci hai donato, perché tutti comprendiamo l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti” (colletta)