II Domenica di Quaresima (16/3/2025)


II Domenica di Quaresima

Le letture della II Domenica di Quaresima sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Vorrei dedicare una prima breve riflessione ai tre personaggi della Prima Alleanza che vengono ricordati oggi dalla Parola di Dio: Abramo (prima lettura), Mosè edElia (vangelo). La loro grandezza nella fede e il loro essere per noi di esempio in questa Quaresima non sono legati a una obbedienza cieca ai progetti di Dio; si lasciano coinvolgere in maniera totale per poter rispondere con tutto se stessi alla chiamata di Dio, ma lo fanno liberamente e lungo un cammino di fede faticoso e tormentato (tentazioni?). Il loro percorso spirituale diventa così, simbolicamente, quello di ciascuno di noi verso la Pasqua della Nuova Alleanza.

La stessa considerazione vale anche per Pietro, Giovanni e Giacomo, i tre apostoli che Gesù prende con sé sul monte. Il brano di vangelo che abbiamo ascoltato si colloca appena dopo che Gesù aveva loro confidato in che modo si sarebbe realizzata la Pasqua della Nuova Alleanza: Passione, Morte, Risurrezione, dono totale della sua vita per consentire a Dio di “passare” a salvarci; saremo chiamati a celebrarla e a riviverla così al termine del cammino quaresimale.

Gli apostoli non l’avevano presa bene: c’era da imparare chela strada per la salvezza percorsa da Gesù sarebbe stata anche la strada per la salvezza della loro vita. Forse questo è il motivo del loro essere “oppressi dal sonno”: lo sono qui; lo saranno anche nell’orto del Getsemani, durante la Pasqua di Gesù; lo saranno dopo la Pasqua, fino all’accoglienza dello Spirito di Gesù (a Pentecoste). Gesù, al contrario, è in preghiera: ma la considerazione dell’essere in un faticoso cammino vale anche per lui; per questo cerca e trova nella preghiera la comunione con il Padre.

“Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”.
“E dalla nube uscì una voce, che diceva: Questi è il Figlio mio, l’eletto: ascoltatelo! Appena la voce cessò, restò Gesù solo”

Una bella traduzione dice: “Nel momento in cui venne la voce, Gesù restò solo con se stesso”. La trasfigurazione segna il punto più alto della comunione tra il Padre e il Figlio fatto uomo. Il suo non è un sentirsi solo psicologicamente, abbandonato dal Padre e dai discepoli. È la proclamazione del Padre che lo fa “essere solo” (“L’eletto”). È il suo rispondere alla vocazione di Figlio che sceglie liberamente di “svuotare se stesso per prendere la forma di servo”; sceglie di rinunciare a privilegi e scorciatoie nel donare tutto se stesso per la nostra salvezza.

Questo della Trasfigurazione è racconto della fede pasquale (come lo erano le Tentazioni domenica scorsa): è fondamentale contemplarli (sia uno che l’altro) ogni anno per camminare verso la Pasqua.

Alla Veglia Pasquale saremo chiamati a rinnovare la nostra scelta di fede con le Promesse battesimali. Speriamo di poter ripetere anche noi con sincerità: “E’ bello per noi essere qui”.