III Domenica di Avvento (11/12/2022)


III Domenica di Avvento

Le letture della III Domenica di Avvento sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Andiamo con gioia incontro al Signore” (foglietto)
“Rallegratevi sempre nel Signore” (antifona d’ingresso)

La terza domenica di Avvento è chiamata “Domenica della gioia”. Noi tutti siamo sempre alla ricerca della gioia: è normale ed è giusto! Sappiamo, però, che questo nostro desiderio va spesso a scontrarsi con la realtà della vita. Cosa fare? In che direzione cercare? Come provvedere? Costruire artificialmente la gioia? Cercare la gioia che ci è già donata e accoglierla? Dove possiamo trovare la gioia del Natale?

In questo periodo si moltiplicano (in modo anche affannato!) le iniziative per offrire a tutti (così si dice!) occasioni di gioia; ci viene anche detto che questo avviene a costo di sacrifici, visti i tempi che corrono. Viene da chiedersi: “Le occasioni di gioia di questo tipo raggiungeranno proprio tutti, oppure ne saranno esclusi proprio coloro che ne hanno maggiore e più urgente necessità?”

Il profeta Isaia (ormai dovremmo saperlo!) sta condividendo con il suo popolo l’esperienza dell’esilio: difficile trovare e proporre motivi di gioia! Giovanni Battista è in carcere ingiustamente, a motivo della sua fedeltà nel proclamare la Parola di Dio: dove e come attingere motivi di gioia? Tante singole persone, tanti nuclei familiari vivono in questi giorni momenti di grande preoccupazione: qui, all’interno della nostra società italiana; poco lontano da noi, a motivo della guerra; ancora più lontano, per motivi strutturali di tipo politico, economico, sociale.

“Mani fiacche, ginocchia vacillanti, cuori smarriti” (1° lettura)

Per bocca di Isaia, Dio dice oggi anche a noi: “Coltivate l’attesa che vi accompagna a incontrare il Signore che viene a salvarvi. Lui può portarvi la gioia che nasce dall’accoglierlo nella vostra vita”

“Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?” (vangelo)

A Giovanni Battista, Gesù manda a dire: “L’attesa è finita. Nella Incarnazione del Figlio, Dio è venuto a salvarvi”.

Giovanni Battista (“più che un profeta… il più grande nella fede”) deve convertirsi per imparare a riconoscere i segni del passaggio di Dio nella storia degli uomini. Deve rinunciare a desiderare e a costruire i segni della gioia e della salvezza secondo criteri umani. Anche noi dobbiamo cercare di capire che cosa offre in dono a noi questo Natale di Gesù (che viene qui e ora), in questo frangente storico, così complicato (ma d’altronde: quale frangente storico non lo è?).

“Ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi” (1° lettura)

La salvezza inizia a prendere forma soltanto nel momento in cui chiediamo a Dio di insegnarci a giudicare e ad agire riguardo alla vita umana partendo dal suo punto di vista. Che storia stiamo costruendo e ci stiamo raccontando l’un l’altro? Che storia stiamo costruendo e stiamo raccontando agli altri, ai più piccoli?

“I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (vangelo)

Ai discepoli inviati da Giovanni Battista, Gesù chiede di raccontare la novità, la “Buona notizia” che Gesù è per tutti noi. “Quello che Isaia attendeva con la speranza della sua fede, ora è diventato realtà”.

“Siate costanti, fratelli, fino alla venuta del Signore” (2° lettura)

Se vogliamo che il Natale di Gesù porti gioia nel nostro cuore, non appoggiamoci troppo e solo su quello che costruiamo noi; diamo più spazio a Lui, perché possa accompagnarci a “celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza” (colletta).