III Domenica di Pasqua (4/5/2025)


III Domenica di Pasqua

Le letture della III Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Io vado a pescare. Veniamo anche noi con te… Quella notte non presero nulla”
“Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva…Una gran quantità di pesci
(vangelo)

Il Vangelo che abbiamo ascoltato inizia con un contrasto (tipicamente pasquale) tra la notte e l’alba: tra una vita bisognosa di salvezza (tragicamente vuota!) e una vita piena (salvata da Gesù!).

“Sul mare di Tiberiade, in Galilea” (vangelo)

Al mattino di Pasqua, l’angelo e Gesù Risorto avevano detto alle donne: “Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea. Là mi vedranno”. Gesù Risorto vuole che i discepoli ritornino là dove tutto era iniziato: devono ricominciare da capo, se vogliono fare Pasqua con lui; non sapevano chi fosse Gesù la prima volta e non lo riconoscono ora. Gesù non vuole che il rapporto di amicizia e di amore tra lui e i discepoli finisca distrutto dalla loro fuga davanti alla Croce.

“Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: E’ il Signore” (vangelo)

Solo il discepolo che è rimasto insieme a Maria ai piedi della Croce conservando l’amore per Gesù riconosce Gesù dalle sue parole (“Gettate la rete”); solo (amato che ama!) continua a credere che Gesù può trasformare la notte del fallimento in un’alba di salvezza.

“Mi ami? Lo sai che ti voglio bene” (vangelo)

Il grande amore del Signore per noi e il nostro povero amore per lui possono riempire di significato la Pasqua, anche quella di quest’anno. Vivere la Pasqua diventa esperienza concreta ritornando spiritualmente, ma realmente, al fonte battesimale: là dove è nata e ha avuto inizio la nostra vita di discepoli che seguono il Signore come Maestro di vita. Per Gesù la Pasqua è stata un ritorno al Padre; per noi poteva (potrebbe ancora!) essere un ritorno al Figlio che ci dona il suo Spirito da Figlio. Chiediamo la grazia di tornare all’origine della nostra “storia di amore” con il Signore Gesù.

Anche noi, come Pietro, dovremo iniziare con il riconoscere che il nostro amore per Gesù non regge il confronto con il suo amore per noi. Potremo, però, chiedere che “nei segni sacramentali della Chiesa diventi possibile riconoscere la presenza del Signore Risorto che continua a manifestarsi ai suoi discepoli” (colletta) e attingere lì salvezza per la nostra vita.