Le letture della III Domenica di Quaresima disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Nelle letture che abbiamo ascoltato sono in evidenza tre situazioni tragiche: la miseria e le sofferenze del popolo di Israele, schiavo in Egitto; l’eccidio ordinato da Pilato, per riaffermare il suo potere; la morte di diciotto persone, causata dal crollo di una torre.
Potremmo aggiungere anche noi alcuni aspetti di male: le cosiddette “morti bianche” sui luoghi di lavoro, che si susseguono con troppa frequenza; la sofferenza e la morte causate dall’epidemia o da altre malattie; la tragedia insensata della guerra in Ucraina, che va ad aggravare pesantemente altri scenari di guerra presenti nel mondo.
In realtà il problema vero è quello del mistero del male e della sua presenza nella nostra vita. Da dove viene? Perché nella mia vita? Perché nella vita di innocenti? E ancora: come stare di fronte alla realtà, quando ci presenta il suo volto più difficile e più tragico?
In queste circostanze avviene sempre più frequentemente (è diventato quasi abituale!) far salire Dio sul banco degli imputati: quanto più Dio è assente dalla nostra vita quotidiana, tanto più lo identifichiamo e lo chiamiamo in causa come responsabile del male che stravolge la vita umana.
Mettiamoci in ascolto della Parola di Dio.
“Ho osservato…ho udito…sono sceso” (prima lettura)
Il popolo di Israele, sotto il peso di un male ingiusto, leva il suo grido. Dio raccoglie quel grido; non resta sordo a quel lamento.
“Il Signore ha pietà del suo popolo” (salmo responsoriale)
“Io sono colui che sono”: “Io ci sono e attraverso con te questo male che colpisce la tua vita”.
“Se non vi convertite…” (vangelo)
Gesù, di fronte al manifestarsi del male, suggerisce un approccio diverso da quello che ci viene più istintivo: ci chiede di guardare dentro di noi; interrogarci con umiltà sulle fondamenta a cui abbiamo appoggiato e ancorato la nostra vita. C’è sicuramente una radice di male che è parte integrante del nostro essere creature, non fosse altro che la morte. Riguardo a questo possiamo cercare e trovare serenità, alimentando il nostro rapporto con Dio alla sua Parola e alla sua Grazia: il Signore ci accompagna nel presente e ci conduce alla vita eterna.
Ma c’è una radice del male (ed è forse quella preponderante e più dolorosa!) che è dentro di noi e ci rende responsabili (o, almeno in parte, corresponsabili) del male: la perdita del senso vero della vita (dall’aborto all’eutanasia), la violenza progettata e gratuita (femminicidi, “baby gang”), l’indifferenza. È questo il male contro cui possiamo e dobbiamo lottare, impegnandoci nella conversione.
Per affrontare la vulnerabilità (il male) della vita, è necessario “convertire la qualità della vita”: rifare da capo la “scala dei valori”; decidere di nuovo le priorità per le quali spendere la nostra vita. Altrimenti il male ci toglie vita, ci rende sterili.
“Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna” (vangelo)
Quell’albero di fichi nella vigna è immagine della nostra vita da figli di Dio, seminata nel nostro cuore (Battesimo), ma continuamente soffocata dalle nostre scelte di vita.
“Lascialo ancora quest’anno” (vangelo)
Anche quest’anno ci è fatta la Grazia della Quaresima e della Pasqua.
Gesù non si stanca di tornare ogni anno a rinnovare in noi questa vita da figli: dono del Padre, nel Figlio, per opera dello Spirito Santo.