III Domenica di Quaresima (23/3/2025)


III Domenica di Quaresima

Le letture della III Domenica di Quaresima sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Per orientare nella giusta direzione la riflessione di oggi, metterei come titolo quello del foglietto: “Circondati dalla pazienza e dall’amore di Dio”.

La prima e più importante conversione a cui siamo chiamati nel Tempo di Quaresima è quella di purificare l’immagine di Dio che abbiamo nel cuore; solo così tornerà possibile il rinnovarsi in noi della sua Alleanza di salvezza e la nostra rinascita pasquale alla grazia del Battesimo.

Il titolo è ben illustrato dalla “parabola del fico sterile”, raccontata da Gesù: il padrone è immagine di Dio Padre; il vignaiolo che invoca e ottiene pazienza è immagine di Gesù; il fico è immagine di noi, umanità arida ed egoista, in difficoltà a “fare il bene” e a donarlo (un’occasione ci era offerta in questo sabato di Quaresima!).

Le letture di oggi ci accompagnano a lasciarci interpellare dall’attualità. Al tempo dell’Esodo (prima lettura) è la sofferenza del popolo di Israele, reso schiavo in Egitto; nel Vangelo sono notizie drammatiche di cronaca; oggi (purtroppo!) abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: non ci mancano eventi e notizie che suscitano profondi interrogativi sul “come” e sul “perché” delle scelte degli uomini.

È certamente importante che la brutalità di Pilato (al tempo di Gesù) e di certe scelte politiche di oggi continuino a toccare e a turbare il nostro cuore (anzi: chiediamo al Signore la grazia di non abituarci o assuefarci). La prima preoccupazione di Gesù nel rispondere a chi gli sottopone il problema è quella di non buttare addosso a Dio la responsabilità del male che invade la nostra vita: le tragedie e le sciagure che colpiscono l’umanità non sono una punizione di Dio per le nostre colpe, come se Dio avesse deciso di “regolare i conti” con noi; certamente le nostre colpe sono alla radice del male; dalle nostre scelte proviene il male. Il male che assecondiamo in noi produce il male che inonda l’umanità (quello evitabile!); così come il bene che trova spazio nel cuore di chi si converte contagia di bene l’umanità (anche nei confronti del male inevitabile!).

Ecco il nocciolo del problema del male: “Se non vi convertite, perirete”. Questo è anche il centro del nostro cammino quaresimale: il nostro rifiuto a convertirci e a dare una svolta decisiva al nostro modo di pensare e di agire nei confronti di Dio di noi stessi, degli altri produce il male! “Periremo” a causa nostra, per le scelte e i comportamenti in cui ci ostiniamo. Non è Dio che ci distruggerà: siamo noi che produrremo con le nostre mani la nostra rovina.

Al contrario: Dio ha verso di noi un amore paziente; ci concede un tempo per la conversione. L’ultima domanda è: “Quanto tempo abbiamo per la conversione?” Certo: il tempo che ci è concesso per la conversione non è senza limiti; lo sappiamo bene. La possibilità della conversione non è illimitata; è necessario coglierla subito.

Da una parte, dunque, la misericordia di Dio: su di lui possiamo fare affidamento; dall’altra parte la necessità e l’urgenza della nostra conversione. Sullo sfondo rimane la reale possibilità del nostro rifiuto e del male che prende il sopravvento nella vita degli uomini.

“O Dio, concedi ai tuoi fedeli di riconoscere nelle vicende della storia il tuo invito alla conversione” (colletta).