
Le letture della III Domenica di Quaresima sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Per orientare nella giusta direzione la riflessione di oggi, metterei come titolo quello del foglietto: “Circondati dalla pazienza e dall’amore di Dio”.
La prima e più importante conversione a cui siamo chiamati nel Tempo di Quaresima è quella di purificare l’immagine di Dio che abbiamo nel cuore; solo così tornerà possibile il rinnovarsi in noi della sua Alleanza di salvezza e la nostra rinascita pasquale alla grazia del Battesimo.
Il titolo è ben illustrato dalla “parabola del fico sterile”, raccontata da Gesù: il padrone è immagine di Dio Padre; il vignaiolo che invoca e ottiene pazienza è immagine di Gesù; il fico è immagine di noi, umanità arida ed egoista, in difficoltà a “fare il bene” e a donarlo (un’occasione ci era offerta in questo sabato di Quaresima!).
Le letture di oggi ci accompagnano a lasciarci interpellare dall’attualità. Al tempo dell’Esodo (prima lettura) è la sofferenza del popolo di Israele, reso schiavo in Egitto; nel Vangelo sono notizie drammatiche di cronaca; oggi (purtroppo!) abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: non ci mancano eventi e notizie che suscitano profondi interrogativi sul “come” e sul “perché” delle scelte degli uomini.
È certamente importante che la brutalità di Pilato (al tempo di Gesù) e di certe scelte politiche di oggi continuino a toccare e a turbare il nostro cuore (anzi: chiediamo al Signore la grazia di non abituarci o assuefarci). La prima preoccupazione di Gesù nel rispondere a chi gli sottopone il problema è quella di non buttare addosso a Dio la responsabilità del male che invade la nostra vita: le tragedie e le sciagure che colpiscono l’umanità non sono una punizione di Dio per le nostre colpe, come se Dio avesse deciso di “regolare i conti” con noi; certamente le nostre colpe sono alla radice del male; dalle nostre scelte proviene il male. Il male che assecondiamo in noi produce il male che inonda l’umanità (quello evitabile!); così come il bene che trova spazio nel cuore di chi si converte contagia di bene l’umanità (anche nei confronti del male inevitabile!).
Ecco il nocciolo del problema del male: “Se non vi convertite, perirete”. Questo è anche il centro del nostro cammino quaresimale: il nostro rifiuto a convertirci e a dare una svolta decisiva al nostro modo di pensare e di agire nei confronti di Dio di noi stessi, degli altri produce il male! “Periremo” a causa nostra, per le scelte e i comportamenti in cui ci ostiniamo. Non è Dio che ci distruggerà: siamo noi che produrremo con le nostre mani la nostra rovina.
Al contrario: Dio ha verso di noi un amore paziente; ci concede un tempo per la conversione. L’ultima domanda è: “Quanto tempo abbiamo per la conversione?” Certo: il tempo che ci è concesso per la conversione non è senza limiti; lo sappiamo bene. La possibilità della conversione non è illimitata; è necessario coglierla subito.
Da una parte, dunque, la misericordia di Dio: su di lui possiamo fare affidamento; dall’altra parte la necessità e l’urgenza della nostra conversione. Sullo sfondo rimane la reale possibilità del nostro rifiuto e del male che prende il sopravvento nella vita degli uomini.
“O Dio, concedi ai tuoi fedeli di riconoscere nelle vicende della storia il tuo invito alla conversione” (colletta).