Le letture della III Domenica di Quaresima sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Ve ne sarete accorti: siamo passati dal vangelo secondo Marco a quello secondo Giovanni; ci accompagnerà fino alla fine della Quaresima.
Al centro delle letture di oggi c’è il tempio, luogo in cui riconoscere e alimentare il rapporto con Dio: quello donato nella Prima Alleanza pasquale e rinnovato nella Seconda Alleanza pasquale; quello con il quale Dio ha liberato l’umanità dalla schiavitù/peccato e ha riportato gli uomini a riconoscersi figli e a vivere da figli.
“Non fate della casa del Padre mio un mercato!”
“Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”
Gesù “risana” la nostra relazione con Dio (foglietto della Messa). “Fare della sua casa un mercato, significa trattare Dio da mercante invece che da Padre: invece nella sua casa ci si può stare solo da figli. Gesù ci segnala la tentazione di impostare la relazione con Dio su logiche mercantili: ti offro un sacrificio e tu mi dai in cambio la grazia di cui ho bisogno”. È l’illusione di poter tenere Dio sotto controllo; è stata la tentazione di Pietro sul monte Tabor, ma è sempre la tentazione di ogni persona che si dice religiosa: essere sicuri che, adempiuti determinati obblighi, si possa trattare con Dio “alla pari”. L’Alleanza, però, non si realizza appropriandosi di Dio, ma lasciandosi condurre da Lui a vivere in un rapporto di comunione e gratuità. Mercanteggiare con Dio è un atteggiamento da demoni, non da figli: per questo Gesù “scacciò tutti fuori del tempio”, come quando scaccia i demoni. Nel vangelo secondo Giovanni, questo episodio è posto all’inizio del ministero di Gesù: Gesù comincia con questo gesto-segno la liberazione da una religione che era diventata oppressiva, in cui si era persa traccia dell’Alleanza donata gratuitamente da Dio.
“Egli parlava del tempio del suo corpo”
Entrando nel tempio della Prima Alleanza, Gesù trova fedeli che devono servire Dio, sottomessi a Lui; nella “Casa del Padre” della Nuova Alleanza, c’è Dio che si prende cura dei figli: è il Padre che, nel Figlio, porta a compimento la salvezza dell’uomo. Il Tempio della Nuova Alleanza è Gesù con il suo corpo di Figlio fatto Uomo: l’umanità di Gesù è vera manifestazione del Padre e del suo amore. Nel Battesimo, noi siamo incorporati a Gesù: in lui Dio Padre viene e ci lega a sé come membra del suo corpo.
Tempio di Dio e Corpo di Cristo deve diventare la Chiesa: noi battezzati, parte della Chiesa, siamo condotti verso il Padre; in Cristo risorto, siamo già in comunione con il Padre. In Cristo, la nostra realtà umana è chiamata a diventare tempio di Dio: noi siamo il “luogo santo” della comunione tra Dio e noi. Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, torna in evidenza per noi la scelta con la quale il Signore Gesù ha trasformato la sua vita in “tempio del Padre”, donandoci il suo Corpo e il suo Sangue: la sua vita. In ogni Eucaristia ci viene ricordata la verità riguardo a questo cammino che è la nostra vita e riguardo alla sua meta: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te Dio Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria”.
“Glorificate Dio con la vostra vita” (saluto finale di congedo)
Quanto spazio c’è per Dio nella nostra vita, perché possa incidere nelle nostre scelte quotidiane? Celebrando nuovamente la Pasqua della Nuova Alleanza, Gesù potrà rinnovare in noi l’opera di “risanamento” del tempio che siamo noi, rinnovando la grazia del Battesimo. Quando “glorifichiamo Dio con la nostra vita”, allora possiamo “andare in pace”, rendendo grazie a Dio”.