“Il tuo sguardo si posa su di me”


Meditazione 6 Gennaio 2020

Maria Laura Mainetti

La prospettiva in cui oggi cerchiamo di cogliere un aspetto centrale della esistenza cristiana di Maria Laura è quella mariana, cioè come si sentisse sotto lo “sguardo” di Dio. (Lc 1, 30-35). Andiamo cercando negli scritti il centro della sua vita spirituale, quello della donna, della discepola, della missionaria innamorata: un processo esistenziale che diventa percorso per ogni credente, tratto di un cammino che puo? divenire anche il nostro. Ci chiediamo: come lei vivesse il suo rapporto con Dio Padre, come si percepiva sotto questo sguardo e cosa le provocasse nella vita.

1. L’amata che dice il suo sì

Questa semplice donna di montagna ha vitalmente presente, fin da giovane, che Dio Padre ha per lei un Amore di predilezione, un Amore personale, un Amore da far innamorare. E questo Amore precede ogni sforzo umano. Entra con calore personale e totalizzante e instaura una relazione viva: “cor ad cor loquitur” (il cuore parla al cuore). Il respiro fa un tutt’uno con l’Amato: rapporto, conversione e vocazione trovano un unico soggetto nell’Amante che motiva e attira. Le parole di Maria Laura sono esplicite. Da qui la vocazione, la chiamata e la percezione che lo sguardo di Dio si sia posato su di lei. “È Lui, Dio, che chiama. Non siamo noi a scegliere per primi. Inizialmente è un sentirsi amati da Dio, un sentirsi guardati con fiducia. Si stabilisce con Lui una relazione personale…” Non l’obbligo e il dovere di una risposta ma un Sì che sgorga dal cuore e diventa progetto di vita, dono per sempre e si fa fedeltà.

Dire il mio Sì come Gesù lo ha detto al Padre, come lo disse Maria. La fede-abbandono è confidare, ciecamente, in qualcuno che ti ama appassionatamente”.

E questo sì diventa ricerca costante, stupore che si rinnova e che si fa desiderio inappagato. Si da ripetersi costantemente.

Ti cerco. Apri i miei occhi per vederti. Apri il mio cuore allo stupore. Fa che ti veda, che ti accolga, che mi lasci amare da Te”.

Tutto trova speranza nella promessa che il Padre offre nel Figlio. Per questo Maria Laura si lascia fare anche quando l’Amato contrasta i progetti umani e rimprovera e castiga.

Dio è fedele… in Gesù Dio porta a compimento le promesse. Gesù è sorpresa, Novità quotidiana… Lui è L’AMORE. Ogni giorno, mi chiama e mi vede, mi seduce, mi invita, mi rimprovera, mi castiga (Ap 3,9 Quelli che amo, io li castigo). Solo da questo Amore può nascere una passione. Solo da questo Sguardo avvolgente può fiorire una vita feconda, solo dalla consapevolezza di questa fiducia oltre misura può nascere un dono che sa dare la vita.

L’intimità che si assapora in questo Sguardo muove l’azione dell’innamorata del Cantico dei cantici dove l’intera esistenza trova senso perché “il mio diletto è per me e io per Lui” (Ct 2,16). Tutto diventa risposta e nulla è escluso dall’amore avvolgente di Dio. Non ci sono parentesi dell’esistenza, non ci sono fughe private che giustificano scappatoie, anzi ogni respiro e ogni azione appartiene allo Sposo. Maria Laura aveva consapevolezza di questo e ne invocava la fedeltà quotidiana e ordinaria.

Risveglia concretamente in me, Signore, nelle piccole Azioni di oggi, la coscienza di essere totalmente tua: HO CREDUTO ALL’AMORE, ECCOMI!”.

Questa riposta all’Amore è per Maria Laura non solo intima relazione affettiva ma fede, fiducia, obbedienza, consegna alla Parola da ascoltare e da vivere. Parola che fa e opera. Accoglienza e consegna totale dove cuore, mente e forze sono coinvolte in un patto d’amore che attende un compimento.

Mi offri un incoraggiamento e mi richiami all’umiltà perché abbia a guardare solo te, fidarmi di te, abbandonarmi a te, lasciarmi amare, riconciliare da Te. Il tuo sguardo si posa su di me. Sguardo tenerissimo di Padre, di fratello, di amico, di sposo. Anch’io ti guardo, ti cerco, ti amo, fisso il mio sguardo su di te. Ma è fede. È fiducia nella Parola. È attesa di salvezza. È gioia per la tua presenza. Attirami a te, Padre. Insegnami il silenzio adorante, l’obbedienza amorosa. Insegnami ad accogliermi da te, giorno dopo giorno”.

In Maria Laura è radicata la certezza che questo rapporto è per sempre. Non c’è fine alla relazione con Lui, lo sguardo di Dio si estende ad una vita che non ha termine. I Padri della Chiesa dicevano che Dio ha una vista lungimirante: la “macrotimia”. Questo sguardo tenero e misericordioso si apre all’infinito. Perché è uno sguardo penetrato dall’Amore, “forte come la morte è l’amore” (Ct. 2,8- 10). Così scriveva: “sentiamoci in cammino verso un amore che va oltre questa stessa vita, verso il Padre il cui sguardo si posa con tenerezza su ciascuno di noi”.

2. L’umile che abbraccia la Croce

Lo sguardo di misericordia che avvolge Maria Laura necessita di un cammino di conversione. Lei innamorata del Signore sente la sua inadeguatezza, la sua debolezza. Come il sole che inonda di luce ma mette in rilievo le ombre della vita così Maria Laura più intraprende il suo cammino di discepola più sperimenta la sua fragilità. La tentazione più grande non è quella di un vizio, di una mancanza di perfezione, di una santità morale. La tentazione è quella di stravolgere il volto di Dio, di proiettarne un desiderio e un’immagine priva del mistero della Croce… E lei, come Figlia della Croce, desiderava realizzare la Parola “…non ci sia altro vanto che nella croce del nostro Signore Gesù Cristo” (Gal 6,14).

Così descrive questo combattimento interiore paragonandosi all’apostolo: “Anch’io come Pietro sono tentata di dire ‘non ti conosco…’ Sì preferirei conoscerti potente, forte, subito vincitore… invece bisogna attendere una lunga attesa, un’attesa dolorosa che sa di sconfitta, insuccesso fallimento, derisione, rifiuto. Faccio fatica ad attendere che tu sia vittorioso e vincitore in me…

E lasciarsi guardare significa per lei non perdere di vista la verità su di sé. Dio ha per ciascuno un bene che è l’unico e il più grande, perché non è un bene qualsiasi ma il bene che Dio vuole. Lo sguardo di Dio diviene luce per i suoi passi, luce sul suo cammino. Per questo chiede di essere liberata da falsi progetti umani, da percorsi che mettono in rilievo le sue doti. Chiede di vedere la vita come la vede il Padre. Di avere gli stessi occhi di Dio.

Signore, quanto è facile farsi delle illusioni su se stesse. Illuminami sul valore della mia vita ai tuoi occhi. Tu solo vedi giusto in me…

Questo per permetterle di allontanare la paura di sbagliare, paura che nasce dalla difesa di sé, della propria immagine. Alla radice c’è il bisogno di non tradire il volto misericordioso del Padre che ama al di là della miseria. È bello vedere come Maria Laura vigila su questo volto di Dio, non lo vuole perdere, è un Papà che solleva la piccola che cade.

Faccio l’elenco delle mie paure. Quando e dove manco di fede? paura dei miei sbagli… sì. Perché ci tengo alla mia stima, a quello che gli altri possono pensare o dire di me… sì, ho paura di perdere la reputazione. Ho paura di essere giudicata male, che si parli male di me, che venga riconosciuto pubblicamente un mio sbaglio, anche vero, almeno in parte, magari ingrandito. Tutto ciò perché non credo che Egli mi ama così come sono e non perché sono brava. E io accolgo gli altri come sono? Li vorrei secondo la mia testa? Li vorrei secondo il mio sogno o necessità di lavoro? Gesù, Padre dei poveri, abbi pietà di me. Sollevami a te, perché sei il mio Papà“.

E ancora: “Cerco il tuo volto Gesù (perché tu mi cerchi). So Sorridere, stupirmi, meravigliarmi, accogliere, lasciarmi accogliere da te? Credo ma aumenta la mia fede.”

3. L’inviata dall’Amore

Per essere trasparenza dello sguardo di Dio bisogna essere segno della misericordia del Padre, verso ogni persona soprattutto i più deboli. Non un momento ma sempre. Anzi questa e` la vocazione e la missione di ogni discepolo.

Scrive in un suo quaderno: “La missione dei discepoli (ma anche la mia… la nostra…) viene messa sotto il Segno della COMPASSIONE e della MISERICORDIA divina: è espressione della bontà di Gesù e del Padre… L’iniziativa non è dell’uomo, ma di Dio… Gli inviati in missione (qualunque questa sia) dovranno vivere in Prima Persona questo messaggio e testimoniarlo fino al sangue“.

Sembrerebbe una esortazione, un invito. Invece per Maria Laura è stata vita: testimoniare fino al sangue, in prima persona, l’iniziativa di Dio che è compassione e misericordia. Mi torna in mente il testo di Paolo ai Romani: “Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale (Rom 12,1). Un annuncio fatto non di parole ma di respiro, di mani, di sorrisi, di ascolti, di visite, di attese, un corpo donato come culto spirituale: così da far sentire ogni uomo e donna che incontrava degno d’amore gratuito, umano-divino.

Fa che annunci con tutta la mia vita, a tutti, il tuo amore per ogni uomo

E la fonte che alimenta l’amore quotidiano è sempre la stessa: “Guardare a te, umile e mite di cuore, Guardare a te per credere alla Vita, aprirmi alla speranza, alla gioia, all’amore

Chiedendo a se stessa e alla sua comunità un di più di dono per l’umanità scriveva: “Più coraggio, rischio, ascolto, accoglienza, attenzione, evangelizzazione per costruire la dignità dell’uomo amato da Dio, per annunciare il Cristo

Mai disgiungere il servizio dell’educazione a quello della guarigione dei corpi e delle anime. È tutto l’uomo che ha sete di misericordia, non esiste povertà di seria A o serie B. Ogni povertà va curata con intelligenza e concretezza. Così indicava per sé un percorso di attenzione e prossimità, percorso che vale anche per tutti noi: “insegnare e guarire: la rinnovata capacità di stupirsi, di dare fiducia, di saper dire grazie, di credere alla gioia

Così lo sguardo del Dio misericordioso ha plasmato la storia di questa donna e può divenire traccia per la chiesa di oggi, carisma che attende di essere raccolto e vissuto da tutti noi.

Don Andrea – Parroco di Chiavenna e Prata