Le letture della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Una riflessione sulla prima lettura di oggi (dal libro della Genesi) può aiutarci a capire (e a vivere con fede) questa Festa Solenne dell’Immacolata Concezione di Maria. Il racconto delle origini, raccolto nel libro della Genesi, è un racconto di amicizia, di rifiuto e di nuovo inizio; nasce dalla riflessione di fede di un popolo (Israele) che sta facendo un’esperienza tremenda del male; la sua storia è precipitata da un’epoca di benessere in una situazione del tutto negativa: popolo umiliato, popolo sconfitto, popolo esiliato, popolo distrutto. Questo è avvenuto in concomitanza con il venir meno della fede nel Dio dell’Alleanza e la ricerca di alleanze con i popoli vicini, adeguandosi alle loro religioni.
Dobbiamo leggerlo come un racconto profondamente emblematico, significativo per gli uomini (anche per noi!) che, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno la sensazione che la loro cultura stia accompagnando precipitosamente la loro storia verso un baratro: il male appare sempre più dilagante e pervasivo; anche la storia personale di ciascuno sembra aver imboccato un vicolo cieco, un labirinto, da cui non si riesce più a capire come uscire.
Il libro della Genesi dice: “Avvenne in principio”; e da lì avviene continuamente, come se quella del peccato fosse la dinamica abituale della vita umana. A meno che Qualcuno non ci afferri la mano e ci trattenga dal precipitare; allora la storia del peccato si trasforma in storia di salvezza.
Oggi Dio ci dice: “Fai festa! Guarda quanto è grande il mio amore per te; guarda quanto è fedele, fino a continuare a credere che tu possa ancora essere all’altezza di un rapporto di amore con me”. Oggi è la festa di un nuovo inizio: Maria ci è presentata come “nuova Eva”, punto di partenza dal quale la storia degli uomini può riprendere il suo cammino verso il bene.
Dio, incarnandosi, decide di entrare nella storia umana per trasformarla; Dio prepara questo evento liberando Maria, fin dal momento in cui viene concepita dai suoi genitori, dalle conseguenze di quel primo peccato: il peccato originale. Maria non si sottrae al rapporto con il Signore, non smette di ascoltare la voce del Signore; per questo in lei non c’è spazio per la voce del maligno.
In Maria, nuova Eva, Dio rinnova il suo amore per l’intera umanità; invita a ricominciare da capo. In Maria è anticipata quella liberazione che, nella Pasqua di Gesù, diventerà disponibile per tutti e si è compiuta in ciascuno di noi per mezzo del Battesimo.
È stupendo l’inno di lode e di ringraziamento che sgorga dal cuore dell’apostolo Paolo e che abbiamo ascoltato nella seconda lettura di oggi! È bello scoprire questa festa come una perla preziosa incastonata nel Tempo di Avvento: è un po’ il senso del segno che è la Corona di Avvento.
Come Maria (vangelo) dobbiamo riscoprire la capacità di un ascolto che passi dalle orecchie per giungere al cuore. Allora Dio potrà raggiungerci e mostrarci che persino quello che sembra ormai sterile può portare frutto (come in Elisabetta); il Figlio di Dio, concepito da Maria, entra nella storia per trasformarla in salvezza. Il Signore ci chiede soltanto di trasformare la risposta di Adamo (“Mi sono nascosto”) nella risposta di Maria (“Eccomi”).