
Le letture della IV Domenica di Avvento sono disponibili al seguente link, cliccando qui, in formato stampabile per chi per chi desiderasse seguire la messa in diretta sul canale YouTube dell’Oratorio.
Riflessione
“L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine”
Viviamo immersi dentro una cultura per la quale la parola “vergine” rimanda, quasi automaticamente ed esclusivamente, a un aspetto fisico della sessualità della donna; si arriva addirittura a “battute da caserma” nei confronti della Vergine Maria. Ho pensato perciò valesse la pena riflettere sul significato spirituale, presente nella Parola di Dio, di questa espressione. “Vergine” segnala e descrive il rapporto di fede tra Dio e una persona umana, con la sua fede e le scelte di vita che ne derivano.
Fin dall’inizio, il saluto dell’angelo a Maria parla di verginità: “Piena di grazia, il Signore è con te”. Proprio in quanto “piena di grazia”, la vita di Maria dipende totalmente dall’azione di Dio in lei (ce lo ricordava la celebrazione dell’Immacolata Concezione di Maria, pochi giorni fa); la grazia di Dio fa sì che Maria possa aderire con tutta se stessa (con tutta la sua vita) all’azione di Dio, che si manifesta in lei come “chiamata” (vocazione).
Ogni grazia che riceviamo da Dio (anche noi!) è sempre “in vista di” e “in rapporto a” una vocazione alla quale Dio ci ha chiamati(tutti!): a partire dalla nascita e dal Battesimo. Noi siamo chiamati a riconoscere noi stessi facendo riferimento all’azione di Dio, alla sua grazia (ah, i sacramenti!); è questa azione di Dio che definisce e costituisce la nostra identità di persone umane.
Verginità, dunque, è accogliere la vita (e gli eventi che la costituiscono) secondo la visione che ne ha Dio; accogliere come nostro il suo modo di pensare la vita umana e di darle valore. La libera adesione di Maria (frutto della grazia di Dio) si rivela come “spazio offerto a Dio per l’Incarnazione del Figlio”: così si manifesta la sua verginità.
Come dice S. Paolo (2° lettura), il “mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni (il progetto di salvezza che è da sempre nel cuore di Dio) ora si rivela, diventa manifesto”: la verginità di Maria è adatta ad ospitare Dio con tutta la propria vita.
“Ospitare Dio”
A questo riguardo, accanto a Maria, troviamo la persona e l’esperienza di vita di Davide (1° lettura): Maria e Davide (sotto certi aspetti) sono due esempi contrapposti di questa ospitalità. In Davide, una ospitalità “esteriore”. Lui pensa a una casa: un tempio, un edificio, un ambiente esterno a se stesso. In Maria, un’ospitalità “interiore”: la sceltadi ospitare Dio mettendo in gioco direttamente noi stessi, lo spazio che è la nostra persona, la nostra vita.
Sarebbe bello sviluppare una riflessione riguardante la possibilità (unicamente femminile!) di diventare fisicamente “spazio ospitale”; scopriremmo (forse!) quanto la “capacità di fecondità” della nostra società attuale (sempre più vicina a zero!) ci possa parlare della nostra “capacità di essere ospitali”: con il prossimo e con Dio.
Potremmo cominciare a riflettere su molte questioni: gestione dei migranti, aumento della denatalità, fatica nell’educare, mancanza di adulti “significativi e generativi”, ecc.
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”
Leggevo, in questi giorni, una fantasia: “Chissà che festa in cielo, quando Gabriele, di ritorno presso Dio, ha riportato la risposta di Maria”.
Oggi la Parola di Dio ha toccato la nostra esistenza; l’annuncio dell’angelo è per ciascuno di noi: “Te la senti di partecipare anche tu a questa storia di salvezza che Dio ha pensato con amore e ha realizzato per amore, con il Natale di suo Figlio?”
Se la nostra risposta è sì, allora sarà veramente un Buon Natale.