IV Domenica di Pasqua (11/5/2025)


IV Domenica di Pasqua

Le letture della IV Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Vangelo breve quello che abbiamo ascoltato oggi.

“Le mie pecore ascoltano la mia voce”

Non è il suono di una parola qualsiasi; è la voce della “Parola fatta Carne”.
Quello che Gesù afferma non è un desiderio, la speranza di essere ascoltato: è una certezza. Lui è Pastore perché fa giungere la Parola alle sue pecore; noi diventiamo sue pecore solo “se ascoltiamo la voce di lui”, Parola fatta Carne. Questa è la prima condizione, indispensabile per essere riconosciuti da lui come sue pecore.

“Io do loro la vita eterna e nessuno le strapperà dalla mia mano”

Una seconda condizione: ascoltare la “sua” voce, non “altre voci”; la sua Parola, non altre parole. Questa relazione, che è salvezza per la nostra vita, nasce tra Gesù che ci nutre con la sua Parola e noi che saziamo la fame di senso per la nostra vita, ascoltando la sua Parola che dà vita (versetti conclusivi della seconda lettura).

L’ascolto è fondamentale per ogni relazione: permette di instaurare, conservare e rinnovare (se e quando necessario) legami solidi e vivi. L’ascolto è una scelta, fatta liberamente, di zittire le altre voci (se e quando in contrasto con la Parola), i rumori inutili e superflui.

“Io le conosco ed esse mi seguono”

Gesù Buon Pastore conosce in profondità i nostri cuori, i nostri desideri, le nostre speranze; ma anche i nostri fallimenti e le nostre delusioni. Il primo frutto di un ascolto profondo e sincero è lasciare che lui ci conosca. Il secondo frutto dell’ascolto è il seguire Gesù Pastore: lui orienta e guida la nostra vita. Il terzo frutto dell’ascolto è la “vita eterna”: vita piena e abbondante già ora, che sfocerà in una forma di vita completa e definitiva.

“Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida” Al Salmo Responsoriale abbiamo cantato il ritornello sotto forma di affermazione. Proviamo a riproporlo al nostro cuore come una domanda.