
Le letture della IV Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Vangelo breve quello che abbiamo ascoltato oggi.
“Le mie pecore ascoltano la mia voce”
Non è il suono di una parola qualsiasi; è la voce della “Parola fatta Carne”.
Quello che Gesù afferma non è un desiderio, la speranza di essere ascoltato: è una certezza. Lui è Pastore perché fa giungere la Parola alle sue pecore; noi diventiamo sue pecore solo “se ascoltiamo la voce di lui”, Parola fatta Carne. Questa è la prima condizione, indispensabile per essere riconosciuti da lui come sue pecore.
“Io do loro la vita eterna e nessuno le strapperà dalla mia mano”
Una seconda condizione: ascoltare la “sua” voce, non “altre voci”; la sua Parola, non altre parole. Questa relazione, che è salvezza per la nostra vita, nasce tra Gesù che ci nutre con la sua Parola e noi che saziamo la fame di senso per la nostra vita, ascoltando la sua Parola che dà vita (versetti conclusivi della seconda lettura).
L’ascolto è fondamentale per ogni relazione: permette di instaurare, conservare e rinnovare (se e quando necessario) legami solidi e vivi. L’ascolto è una scelta, fatta liberamente, di zittire le altre voci (se e quando in contrasto con la Parola), i rumori inutili e superflui.
“Io le conosco ed esse mi seguono”
Gesù Buon Pastore conosce in profondità i nostri cuori, i nostri desideri, le nostre speranze; ma anche i nostri fallimenti e le nostre delusioni. Il primo frutto di un ascolto profondo e sincero è lasciare che lui ci conosca. Il secondo frutto dell’ascolto è il seguire Gesù Pastore: lui orienta e guida la nostra vita. Il terzo frutto dell’ascolto è la “vita eterna”: vita piena e abbondante già ora, che sfocerà in una forma di vita completa e definitiva.
“Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida” Al Salmo Responsoriale abbiamo cantato il ritornello sotto forma di affermazione. Proviamo a riproporlo al nostro cuore come una domanda.