IV Domenica di Quaresima (27/3/2022)


IV Domenica di Quaresima

Le letture della IV Domenica di Quaresima disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Oggi abbiamo ascoltato una delle parabole più conosciute: illumina di gioia questa quarta domenica di Quaresima. I punti di riferimento del racconto sono tre: il Padre, il figlio minore e il figlio maggiore.

Riconoscerci nei comportamenti dei due figli ci aiuta a scoprire e a riconoscere l’amore del Padre: forse è proprio questo lo scopo che Gesù vuole raggiungere, per accompagnarci a concludere la Quaresima con una buona Pasqua.

Siamo anche invitati a confrontarci con l’esempio del Padre: a non chiudere mai le porte nei confronti di chi si è allontanato dalla relazione con noi, sperando che (prima o poi) si decida a tornare.

Il figlio minore

È attratto dal miraggio di una malintesa libertà: vuole una relazione senza vincoli; non vuole dover dare conto a nessuno. Ma non è questa l’esperienza di una libertà vera: questo è solo un sogno che conduce nel vuoto. La realtà che il figlio sperimenterà è una vera e propria “estraniazione da se stesso”: si allontana da un padre e finisce a servizio di un padrone; non è più figlio, ma diventa servo; quando decide di muoversi per tornare a casa, il suo cuore vede ancora soltanto la prospettiva dell’essere servo. Scoprirà con grande sorpresa che lui per il padre è sempre rimasto figlio; che al padre non sta a cuore il suo passato, ma il suo presente e il suo futuro.

È la storia che si dipana, in chiave spirituale, per ogni peccato; purtroppo è anche il “miraggio” proposto e accolto da troppe relazioni (di coppia e non), sulla spinta di una cultura umana (un modo di ragionare sulla vita) sempre più dominante.

Il figlio maggiore

Ha il cuore pieno di amarezza e risentimento; rilegge tutta la storia della sua relazione con il padre ed il fratello come storia di rinunce e di ingiustizie subite (“non mi hai mai dato”). Dietro l’apparente presenza nella casa del padre, c’è invece una profonda distanza: è anche lui “fuori dalla casa”; deve informarsi tramite un servo di quello che sta avvenendo in casa sua; non pronuncia mai la parola “fratello”.

Anche lui, come il fratello minore, ha bisogno di essere raggiunto e toccato nel cuore dalla misericordia del padre. Anche per lui il padre “esce” ad offrirgli il suo amore; lo invita a rientrare nella casa e nella relazione, per scoprire come stanno le cose in realtà.

C’è molta verità che ci riguarda nella vita di questo figlio maggiore, come in quella del figlio minore: conosciamo l’esperienza dell’allontanarci dal Signore (“Ritornate a me con tutto il cuore”); ma conosciamo anche l’esperienza di una relazione con il Signore solo superficiale e apparente, vissuta con il cuore altrove.

Il Padre

Il padre è l’immagine di Dio, così come ce la consegna Gesù; ma è anche immagine di tutti coloro che non si arrendono davanti alla fragilità dell’amore e non smettono di attendere.

Il padre lascia che il figlio minore si renda conto del suo sbaglio, ma non gli permette di chiedere di essere riaccolto come servo; tutti i gesti del padre ridonano la dignità di figlio: il vestito, l’anello, i sandali, la festa.

La parabola si conclude senza dirci come è andata a finire; è un invito per noi, a deciderci oggi. Ovunque ci troviamo nel percorso del nostro cammino di battezzati, la porta della casa del Padre è aperta; il cuore del Padre ci attende.