La chiamata di tutti ad essere santi


“Fare delle vita qualcosa di bello”

Maria Laura Mainetti

“Fare della vita qualcosa di bello”: la frase di suor Maria Laura Mainetti ha dato spunto alla meditazione di don Michele Pitino lo scorso venerdì 6 novembre, nell’appuntamento mensile nella collegiata di San Lorenzo a Chiavenna in preparazione alla beatificazione della religiosa. Di seguito la sintesi dell’intervento di don Michele.

Dalla testimonianza di questi amici che ci hanno anticipato nella corsa della vita vogliamo ora raccogliere, in sintesi, tre brevi spunti di riflessione. Saranno per noi – personalmente e comunitariamente – stimolanti provocazioni per il nostro cammino. Lo faremo guardando in particolare alla testimonianza di suor Maria Laura che, con la sua vita santa e donata, arricchisce di doni preziosi questa vostra comunità.

1. L’universale chiamata alla santità

[…] Tutti siamo chiamati ad essere santi! È questa la nostra destinazione, è questa la nostra comune vocazione. […] La santità è allora vivere una vita in pienezza e in bellezza, facendo dono a tutti di quello che ciascuno di noi già è per dono di Dio.

In questo invito, sembra di sentir risuonare quelle semplici parole che suor Maria Laura ha sempre detto essere all’origine della sua vocazione. Poche parole che, quasi come una piccola scintilla, sono state per lei l’occasione per accendere il fuoco di una vita infiammata d’amore ricevuto e donato. Durante una confessione, le orecchie della giovane Teresina si fecero attente all’invito del sacerdote a “fare della vita qualcosa di bello per gli altri” e queste parole rimasero scolpite nel suo cuore come un invito fedele e costante. Il Signore rivolge anche a ciascuno di noi – nessuno escluso – questo invito: “fai della tua vita qualcosa di bello, scopri anche tu che la vera vita e il tuo vero essere è nell’uscire da te per scoprirti amato e capace di amare!”. Il “bello” a cui il Signore ci chiama è fare della nostra vita quello che già è: un dono d’amore.

2. Abbracciare la povertà, via di santità

C’è un tratto che accomuna tutte le storie di santità e, senza eccezioni, quella di suor Maria Laura e quelle dei tanti testimoni di cui abbiamo parlato: l’attenzione alla povertà e ai poveri. Ci piace ricordarlo in questo mese, nel quale la Chiesa ci suggerisce di celebrare la Giornata dei poveri (cadrà il prossimo 15 novembre). I santi sono stati capaci di intercettare lo sguardo di Dio che, come ci insegna la Scrittura, è distolto dal superbo e dal ricco ed è invece rivolto all’umile e al misero. Questo sguardo i santi lo hanno sentito rivolto, anzitutto a sé stessi, riconoscendosi fragili e bisognosi di misericordia. L’autentica esperienza spirituale cristiana vive di questa duplice e forte consapevolezza: una chiara coscienza dell’umana debolezza, unita, allo stesso tempo, ad un’instancabile fiducia nella fedeltà di Dio.

Da questo sguardo, anzitutto ricevuto, nasce – quasi in un unico movimento dinamico – la capacità di guardare ai fratelli e anche alle loro debolezze con grande empatia e compassione. La relazione diventa così il luogo dove sperimentare, vivere e ricambiare la Misericordia di Dio. Diceva suor Maria Laura: “Sono felicissima soprattutto perché ogni giorno scopro l’amore di Dio per me, malgrado i miei limiti e poi cerco di scorgerlo nel volto dei miei fratelli che incontro nella ferialità, con un’attenzione particolare ai più disagiati o in difficoltà”. […] Suor Maria Laura scriveva così: “Impegniamoci a vivere l’accoglienza tra noi, con chi bussa, con chi telefona, con chi disturba perché è quel Gesù che diciamo di amare. Lasciamoci disturbare perché è Lui che ci vuole visitare, convertire ed amare”.

La strada dell’antica parabola del Samaritano non è diversa né lontana da quelle dei nostri paesi e dei nostri giorni. È sulla strada che suor Maria Laura si è fatta vicina ai bisognosi, fino a quell’ultima sera quando, ancora una volta, non ha girato lo sguardo dall’altra parte ma ha provato compassione e si è fatta prossima a chi le chiedeva aiuto.

3. I tanti volti dei poveri e lo sguardo speciale sui giovani

Tra i tanti volti nei quali il Signore si lascia incontrare c’è quello dei giovani. Vale anche per loro quanto abbiamo appena detto: i giovani hanno tanto da donare alla Chiesa perché sono forti e ricchi di sogni, di intuizioni, di entusiasmo e anche di provocazioni che tanto bene fanno alla Chiesa. Allo stesso tempo – e nelle stesse persone – i giovani sono anche deboli e poveri perché bisognosi di ascolto, di comprensione, di compagnia e di dialogo […] Di questa necessità era tanto consapevole suor Maria Laura che scriveva così: “Nell’odierna società i giovani sono i più poveri tra i poveri perché facilmente influenzabili. Poveri perché spesso disorientati, sradicati, fragili, plagiati, che soffocano un grido di vita inespresso”, per questo occorre “parlare ai giovani e dire loro che Dio è Amore: li ama, ciascuno come fosse unico”.

Suor Maria Laura e tanti santi insieme a lei ci segnano una strada, ci affidano una responsabilità urgentissima: andare incontro ai giovani senza paura per ascoltarli, farci loro vicini e compagni di strada per testimoniare loro l’amore di Dio.

C’è un aspetto del martirio di suor Maria Laura che non dobbiamo mai dimenticare di sottolineare: la sua offerta di vita avviene nel tentativo di aiutare una giovane e così questo suo desiderio di parlare ai giovani di Dio come Amore, in quel momento si incarna e si realizza fino alla fine. Non dimentichiamo poi le ultime parole di suor Maria Laura: “Signore, perdonale!”. Queste parole ci sono state riferite da quelle ragazze che erano le destinatarie di quella preghiera. Commuove pensare che, nel grande mistero dell’amore di Dio, quelle parole sono l’ancora di salvezza per quelle giovani e che suor Maria Laura ci ha consegnato così un’eco della voce del Dio misericordioso che non vuole mai la morte del peccatore ma che si converta e viva (cfr. Ez 33,11). Sono riflessioni delicate e da fare sottovoce ma inaggirabili: il martirio di suor Maria Laura e ogni martirio ci consegna anche questo testimone, insieme a quello di prenderci cura di un mondo giovanile che, anche nelle nostre terre, insieme a tante potenzialità, non manca di mostrare gravi e profonde povertà e disagi. Anche certi poveri e anche questi giovani – nessuno escluso – sono figli amati della nostra Chiesa! Suor Maria Laura, prossima beata, e tutti i santi e testimoni della nostra Chiesa accompagnino il nostro cammino!”.