Le letture della solennità di Maria Santissima madre di Dio disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”
E’ un compito particolarmente difficile quest’anno, quello di accompagnare me e voi in questo “passaggio” dal 2020 al 2021. Ecco perché è provvidenziale l’invito della liturgia: guardare a Maria, Madre di Dio. Siamo chiamati a ricordare e a mettere davanti al Signore gli avvenimenti personali e comunitari che hanno contrassegnato il 2020: un anno che ci è sembrato (ed è stato) abbondantemente scritto “fuori dalle righe” che avremmo tracciato noi.
Ci siamo sentiti dipendenti da forze oscure, limitati nelle nostre possibilità di risposta. L’ho già fatto altre volte; lo faccio di nuovo: vi invito a ritornare con la mente e con il cuore alle parole di Papa Francesco, pronunciate lo scorso 27 Marzo; era solo, in preghiera, in una Piazza S. Pietro deserta e livida di pioggia.
“Siamo sulla stessa barca” nell’attraversare la vita. Ci siamo accorti che non esistono navi sicure (per pochi) e zattere sfasciate (per tutti gli altri); è un unico grande traghetto, senza scompartimenti privilegiati.
Dobbiamo reagire alla tentazione di considerare questa pandemia “una brutta parentesi” da dimenticare il più presto possibile; “ci è data la possibilità di entrare con umiltà nelle vicende drammatiche di questo evento che non abbiamo scelto, per purificare il nostro sguardo” sulla vita umana, riscoprendoci per quello che siamo: creature; limitati.
“La pandemia ha rivelato a tutti noi il dolore del mondo”: sofferenze profonde, impotenza di fronte agli eventi, smarrimento, perdita del lavoro, limitazione nelle relazioni sociali.
Però abbiamo visto anche il bene; non possiamo ignorarlo e dimenticarlo: gesti nuovi di fede e di carità, comportamenti nobili e generosi, scelte talvolta eroiche, spirito di servizio prolungato nel tempo (ce ne è stata segnalata la presenza anche in donne della nostra comunità).
Chiediamo a Maria di “custodire” la riconoscenza per quello che il Natale ci ha riconsegnato. Abbiamo bisogno di riconoscere l’azione di Dio dentro la nostra storia (è una azione che continua ancora!), di riconoscere le tracce della sua presenza. Così può rinascere nel nostro cuore riconoscenza e gratitudine.
“Dio abbia pietà di noi e ci benedica”
Chiediamo a Maria di imparare a riconoscere il tempo (anche questo nuovo anno) come tempo benedetto da Dio. La prima lettura ci ricorda che ogni tempo, anche quello che stiamo vivendo, è sotto e dentro la benedizione di Dio: non esiste un tempo maledetto; esiste un tempo più facile da leggere e da vivere, e un tempo in cui tutto risulta più difficile. In un caso e nell’altro noi dobbiamo riconoscere e accettare con umiltà il nostro essere creature, con i limiti che questo comporta.
“Quando venne la pienezza del tempo”
La seconda lettura ci ricorda che il tempo degli uomini trova una sua “pienezza” nell’Incarnazione del Figlio di Dio. Il Figlio che nasce tra noi dà una forma definitiva al tempo della nostra vita: è vita da figli di Dio, in rapporto con un Padre che ci ama.
“Gli fu messo nome Gesù”: il Signore salva.
Chiediamo la grazia di stare davanti a questo nuovo anno come Maria, come i pastori: per accogliere, da Dio che ci benedice, il dono della pace, di una vita che ritrova pienezza di valore e di significato; per lasciarci rimettere in cammino, anche se la notte appare ancora buia e lunga.
L’augurio di buon anno, che ci scambiamo con cuore sincero, non significa dimenticare o nasconderci quello che ci manca in questo periodo; significa però sapere, riconoscere e portare con noi la certezza di fede che abbiamo visto in Maria e nei pastori.
Non siamo abbandonati a noi stessi; siamo accompagnati da un Padre che, per non lasciarci soli, ha “accorciato le distanze” e, nel Figlio fatto Uomo, “è venuto incontro a tutti”.
Buon anno