Le letture del Natale del Signore sono disponibili ai seguenti link: clicca qui per la messa nella notte, clicca qui per la messa del giorno. Le letture sono in formato stampabile per chi per chi desiderasse seguire la messa in diretta sul canale YouTube dell’Oratorio.
Riflessione – Messa nella notte
“Per loro non c’era posto nell’alloggio”
Ho tentennato a lungo, prima di proporvi di lasciarci accompagnare alla gioia del Natale partendo da questa frase del Vangelo; ma ho pensato che non sottrarci alla tristezza di questa annotazione può trasformarsi in possibilità concreta di vivere bene (nella gioia!) questo Natale di Gesù.
Pur conservando il massimo rispetto per le convinzioni e le intenzioni intime di ciascuno, è possibile che scopriamo (con tristezza, appunto!) quanto sia facile che Gesù e la sua nascita non trovino più spazio di accoglienza nel mondo; neppure in terre che, per la loro storia, sono imbevute di religione cristiana.
Negli ultimi tempi, tante cose hanno preso il posto di Gesù nel cuore degli abitanti dell’Occidente; le chiese stesse, pur continuando a celebrare il Natale, hanno perso (almeno in parte) quell’aria di entusiasmo e di gioia legata a una convinzione profonda riguardo alla reale presenza dei Gesù nel mondo (Incarnazione) e alla reale possibilità di incontrarlo (vita sacramentale). E non è solo a causa del “corona-virus”.
Nel racconto del Vangelo abbiamo ascoltato che, a fare fronte alla mancanza di una degna e calorosa accoglienza al Figlio di Dio, ci pensano i “piccoli” di quel tempo: i pastori. Sono persone semplici, che, per le esigenze della loro vita e del loro lavoro, sono ancora capaci di “vegliare” (come ci chiedeva il Tempo di Avvento fin dal suo inizio!); ancora capaci di ascoltare, nel silenzio della notte, la voce di un angelo (la Parola di Dio); ancora capaci di affrontare e superare il “timore” per qualcosa che sfugge al loro controllo, rinfrancati da quella luce che attraversa la notte; ancora capaci di “andare senza indugio” a verificare e a fare esperienza di quello che l’annuncio promette: “Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”.
Da allora, questo annuncio viene ripetuto ad ogni Natale, anche quest’anno: troverà in noi orecchie e cuori come quelli dei pastori, capaci di accogliere questo annuncio di gioia? Ci troverà capaci di iniziare, a partire da questo annuncio, un rapporto nuovo con la nostra vita, con il nostro prossimo e con Dio? Ci troverà ancora capaci di non mettere davanti e prima di questa rinnovata scelta del nostro essere cristiani (battezzati!) le tante cose da fare per riempire (un’altra volta!) il Natale di Gesù con noi stessi e con le nostre cose?
Chiediamo la grazia di riscoprirci davanti al Natale (per una volta!) a mani vuote e con il cuore bisognoso di essere riempito dalla grazia e dalla consolazione di questo annuncio: “Pace in terra agli uomini che Dio ama”.
Chiediamo (tutti!) la grazia e il coraggio di un “credere a Dio” nuovo, rinnovato dalla scoperta della Parola di Gesù (il suo Vangelo), dei suoi gesti di amore, della sua presenza dentro la nostra vita, della fermezza con cui annuncia a ciascuno di noi (a costo della sua vita) l’assoluta preziosità della vita che Dio ci ha donato.
Chiediamo la grazia di un nuovo inizio, approfittando della salvezza che Dio ci dona nel Figlio che si fa Uomo.
Auguro a voi (e a me!) di tornare nella “casa della nostra vita quotidiana” come i pastori, “lodando e glorificando Dio”: da credenti, da persone che hanno riscoperto il vero motivo per fare festa in questo Natale.
Riflessione – Messa del giorno
“Prorompete in canti di gioia, rovine di Gerusalemme” (1° lettura)
Il popolo di Israele (un “resto” del popolo!) ha scelto di tornare a Gerusalemme dopo l’esilio a Babilonia: il desiderio di ricominciare mettendo a fondamento della ricostruzione la propria fede e il proprio rapporto con Dio è più forte dei calcoli e delle prospettive economiche e sociali legate al rimanere in terra straniera.
Ma il panorama è desolante: tutto in rovina; tutto da ricostruire! Ogni tanto mi viene da pensare come potevano essere i Natali in tempo di guerra o a guerra appena conclusa, quelli vissuti dalla generazione che ha preceduto la mia: rovine, tutto da ricostruire… e fede!
Eppure il profeta suggerisce al popolo: “Prorompete insieme in canti di gioia”, perché c’è un messaggero che annuncia salvezza; che continua a dire “regna il tuo Dio”.
Il tuo Dio “accorcia le distanze”: non smette di venire a cercarti, per entrare in rapporto con te e condividere la tua vita; bella e facile, oppure brutta e difficile che sia.
“Dio, in questi giorni, parla a noi per mezzo del Figlio” (2° lettura), per riconfermare e ripetere il medesimo annuncio a noi, nella situazione che stiamo vivendo e con le prospettive incerte e preoccupanti che ci accompagnano in questo Natale.
“Il Verbo si è fatto Carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Vangelo)
Nel buio, una luce. Chiediamo la grazia di riuscire ancora a commuoverci, ascoltando questo annuncio: ci raggiunge in un momento in cui il bisogno di luce che rompa il buio è particolarmente urgente e profondo; una Parola di conforto è indispensabile per tutti noi.
Accogliamo l’annuncio del Natale di Gesù: Dio Padre continua a prendersi cura di noi. L’ha fatto “molte volte e in diversi modi”, fino a donarci suo Figlio; “veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”; “il Verbo si è fatto Carne”, è venuto a condividere la nostra vita umana.
Chiediamo la grazia di ricominciare a stupirci di fronte a questo annuncio: Dio Padre continua a prendersi cura di noi, fino a donarci il suo stesso Figlio, per condividere la nostra situazione umana e condurla a salvezza; viene tra noi con una scelta che nessuno potrebbe prevedere e (tanto meno) pretendere; si prende cura di noi (di ciascuno di noi) perché ci ama di amore infinito: anche quando non ce ne accorgiamo, anche quando non lo desideriamo.
E’ l’annuncio antico (ma sempre nuovo, a motivo del mutare della nostra condizione umana) che la Chiesa ripete di anno in anno, confidando che venga trasmesso di generazione in generazione.
Il Vangelo di Giovanni, però, ci riconduce anche davanti alla nostra responsabilità di accogliere o di respingere questo Dio che si propone a noi e alla nostra vita nel Figlio fatto Uomo, Gesù.
Chiediamo la grazia di accogliere questo grande dono: ci illumina nei momenti di disorientamento (quando non scorgiamo più dove dirigere la nostra vita), riportandoci al nostro essere Figli di Dio e fratelli tra noi; non ci abbandona nei momenti critici, anche quando siamo noi a dimenticare Lui; ci libera e ci risolleva dai nostri sbagli e dai nostri peccati.
Rinnova in noi, Signore Gesù, la luce e la gioia che scaturisce dal tuo Natale.
Buon Natale a tutti voi.