Le letture della Solennità del Natale del Signore sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Messa nella notte
“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (prima lettura)
“Tenebre; terra tenebrosa”. Carissimi: le parole del profeta Isaia ci raggiungono, purtroppo, in un’attualità dolorosa da considerare, da vivere e da accettare. Veramente la terra, l’umanità (vicino e lontano da noi) appaiono avvolte dall’oscurità di una notte di cui si fatica a intravedere la fine, come se non fossimo in cammino verso l’aurora di un giorno nuovo. A maggior ragione, dunque, dovremmo essere grati a Dio per il rinnovarsi del dono che prende forma nel Natale di Gesù: nella notte della terra torna ad apparire una luce dal cielo.
“È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini” (seconda lettura)
E di nuovo avvolge di luce il mondo e l’umanità. “Grazia”. È l’amore di Dio, l’amore che può trasformare la nostra vita, rinnovare la nostra storia e farla diventare “Storia di salvezza”; può liberarci dal male, infondere pace e gioia. Può fare tutto questo se noi accogliamo questo amore che ci è donato in Gesù.
L’amore di Dio si è mostrato e donato a noi nel Figlio che si fa Uomo, diventando “Emanuele-Dio con noi”; prendendo il nome di “Gesù-Dio salva”. S. Paolo chiama “Grazia” questa venuta di Dio nel mondo, per dirci che è completamente gratuita. In Gesù Dio si è fatto piccolo per poter incontrare la nostra povera vita; si è fatto bambino perché noi lo potessimo abbracciare. In un’umanità dove sembra che tutto debba rispondere alla logica del “dare per avere”, Dio giunge a noi “gratis”. Poiché non eravamo all’altezza, Egli si fa piccolo per noi; mentre pensavamo solo “ai fatti nostri”, Egli pensa a noi e viene tra noi.
“C’erano nella regione alcuni pastori che vegliavano. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: <Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo>” (vangelo)
Quei pastori rappresentano anche noi, con le nostre fragilità e le nostre debolezze. Dio chiama anche noi, perché ci ama. Dio dice anche a noi: “Non temete: non perdete la fiducia; non perdete la speranza; non pensate che amare sia tempo sprecato”.
Una cosa sola ci chiede: accogliere il dono. Anche in questo Natale Do ci dice: “Lasciati amare da Dio; abbandonati al suo amore che viene a salvarti; accoglilo: e la luce del Natale di Gesù brillerà anche su di te e in te”.
Messa del Giorno
Sono rimasto a lungo in un’incertezza: se soffermare la mia e la vostra attenzione sulle Letture proposte in questa Terza Messa di Natale (la “Messa del Giorno”), o rimanere in ascolto del racconto della Nascita di Gesù, proposta dal Vangelo di Luca (“Messa nella Notte” e “dell’Aurora”). Dietro e sotto questa incertezza stava (e sta!) una domanda: “Che tipo di Natale festeggiamo? Che volto ha? Che cosa lo riempie di significato?”.
Perché dietro e sotto la parola “Natale” (a me sembra) non c’è più un solo significato: ce ne sono tanti e diversi tra loro; e non è detto che corrispondano al “Natale del Signore Gesù”. È così per i cristiani che non entreranno in chiesa neanche in questa occasione (pensate quanti!); corriamo il rischio che sia così anche per noi che oggi siamo qui. Nel primo caso, dunque, il Natale si allontana in modo sempre più vistoso dal “vero Natale”; nel secondo caso ne assume le apparenze, ma rischia di ingannarci.
Autentico Natale è giungere a questo giorno dopo un Tempo di Avvento/Attesa vissuto intensamente; accogliere con gioia e riconoscenza Colui che assume la nostra carne umana perché ci ama e sceglie di condividere con noi fino in fondo la nostra esistenza. Autentico Natale è credere che l’Incarnazione del Figlio di Dio avviene “per la nostra salvezza”: per donarci una vita nuova e non lasciarci sprofondare nei nostri mali e nei nostri peccati. Autentico Natale è aprire il cuore al “Verbo che si fa Carne” e al suo Vangelo; a tutto il suo Vangelo: alle parole di consolazione, come a quelle esigenti, che scavano a fondo nel nostro cuore e chiamano a conversione.
Da quando il Figlio di Dio ha preso la nostra carne, questa nostra umanità è diventata la sua umanità: con il suo carico di sudore, di lacrime e sangue, con le sue zone oscure e dense di nebbia, dove annaspiamo così spesso quasi alla cieca, convinti per altro di vederci benissimo! È proprio per questo il Natale: perché la sua luce rischiari i nostri sentieri sconnessi, pericolosi, impervi per troppe persone umane. Da quando il Figlio di Dio ha preso la nostra carne umana, ogni uomo è suo fratello, ogni donna è sua sorella; insieme con loro, anche Lui fa esperienza dei nostri gesti che esprimono generosità, ma anche di quelli che manifestano durezza e arroganza, violenza, ingiustizia e sopruso.
Autentico Natale (infine) è aprire il nostro cuore ad accogliere la grazia che ci viene offerta, la pace che Gesù è venuto a portare. Lasciare che la sua grazia e la sua pace penetrino profondamente nel nostro animo a guarirlo, a consolarlo, a sostenerlo: a destare in noi una risposta d’amore all’amore di Dio che ci ha visitato.
BUON NATALE!