Nostro Signore Cristo Re dell’Universo (20/11/2022)


Cristo Re

Le letture della Solennità di Nostro Signore Cristo Re dell’Universo sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

“Ha salvato altri. Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio!” (vangelo)

SALVEZZA è una parola centrale per la nostra fede. Ogni volta che professiamo la nostra fede, ripetiamo: “Per noi uomini e per la nostra salvezza, discese dal cielo”.

Il popolo di Israele, in perenne attesa del Messia, aveva già avuto con il re Davide una prima esperienza del “Dio che salva”: “Tu conducevi e riconducevi Israele; tu pascerai il mio popolo” (1° lettura).

Riguardo a Gesù Cristo re, S. Paolo (2° lettura) ci suggerisce: “E’ Dio che ci ha liberato dal potere delle tenebre (ci ha salvati) e ci ha trasferiti nel Regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati” la salvezza); e aggiunge che lo ha fatto “con il sangue della sua croce”.

“Sopra di lui c’era una scritta: Costui è il re dei Giudei” (vangelo).

Questo ci riporta al Vangelo di oggi; ecco dove e in che modo Gesù Cristo si fa conoscere da noi come re: dalla sua Croce, mentre dona la sua vita.

Per noi cristiani SALVEZZA è una parola preziosa, da conservare con cura. Siamo assordati (fino alla saturazione!) da parole gridate, per mascherare il fatto che si parla senza consapevolezza vera; pronti (senza vergogna!) a rimangiarsi quello che si è appena detto, rinnegandolo. Usiamo la parola salvezza in tante occasioni diverse: salviamo dei testi o delle immagini sul computer; speriamo che la nostra squadra preferita si salvi dalla retrocessione; “Si salvi chi può”: entra in competizione con gli altri; dimostra che ce la puoi fare da solo!

Ma Gesù pensa a salvarsi o a salvare? E in che modo ci salva? Pensando più a noi che a se stesso; donando la sua vita per farci vivere.

“Gesù, ricordati di me” ( vangelo): “Gesù, salvami!”.

Ecco il modo giusto di coniugare il verbo “salvare”. In questa domenica noi celebriamo anche la nostra Patrona, S. Caterina Vergine e Martire (testimone). Vergine perché ha lasciato che Gesù entrasse nella sua vita e la trasformasse (matrimonio mistico). Martire perché ha accettato di perdere la propria vita terrena, pur di rimanere in comunione con il Signore che salva.