Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo (26/11/2023)


Cristo re

Le letture della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Nell’ultima domenica dell’Anno Liturgico siamo chiamati ogni anno a celebrare la Festa Solenne di Cristo Re e la Festa della nostra Patrona: Santa Caterina ci accompagna così ogni anno a confrontarci (gioiosamente, ma seriamente!) con la chiamata del nostro Battesimo e con la risposta di fede che stiamo vivendo nell’attesa.

“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, siederà sul trono della sua gloria” (vangelo)

Il Vangelo secondo Matteo si avvia alla sua conclusione; lo fa proponendoci il momento in cui la regalità di Gesù si manifesterà in modo pieno e inequivocabile: alla fine dei tempi, quando “verrà nella sua gloria”.

“Il Signore è il mio pastore” (salmo responsoriale)

Le ultime parole di Gesù Risorto che sale al cielo saranno: “Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo”. Dunque, durante il nostro cammino verso questa manifestazione definitiva, Gesù ci accompagna: come un pastore fa con il suo gregge; lo fa con il suo amore gratuito, con la sua parola, con i sacramenti: con la sua Grazia.

Per portare a compimento la sua missione di salvezza, tuttavia, Il Signore ha scelto un modo di rivelarsi che può risultare insolito, quasi inconcepibile per la nostra mentalità: ha scelto la strada della debolezza, della vulnerabilità; lo ha fatto sin dall’inizio, nella sua Incarnazione; lo ha fatto durante la sua vita terrena, stando accanto alle persone più bisognose di aiuto e di amore; lo ha fatto al momento della sua Passione e Morte, nascondendo il dono della sua vita nei segni del pane e del vino.

“Tutto quello che avete (o non avete) fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete (o non l’avete) fatto a me” (vangelo)

Noi siamo continuamente posti con la nostra fede di fronte a questo mistero: Dio si manifesta nascondendosi nella vulnerabilità e ci chiede di onorarlo e riconoscerlo nella vulnerabilità sua e degli altri; in questo suo “farsi carne”, Dio diventa “cardine della salvezza” per la vita di tutti e di ciascuno di noi. Più che da ricercare con elucubrazioni filosofiche o teologiche, Dio è da riconoscere e da accogliere lì dove si è nascosto per poterci incontrare e salvare la nostra vita. Se crediamo che Dio si è fatto uomo, allora è con l’uomo e con la sua vulnerabilità che dobbiamo misurarci; solo così la nostra vita diventa veramente umana e veramente vita di rapporto con Dio: di figli con il Padre.

Il venir meno di questo riconoscere Gesù negli altri è il segno (preoccupante!) di un rapporto con Lui che sbiadisce fino a non essere più visibile e il segno di una vita umana che smarrisce il senso del suo valore, fino a scomparire: è tremendamente vero; ne riceviamo purtroppo testimonianza quotidiana.

L’incontro con il “volto di Dio”, che si è reso presente “per noi e per la nostra salvezza” nel Figlio Gesù riconosciuto come Re, avviene dunque già qui, già ora, nell’incontro con i volti delle persone umane che fanno parte della nostra vita. L’incontro con Gesù Cristo Re raccontato nel Vangelo, più che un “giudizio al termine di un processo”, rivelerà soltanto nella sua piena verità quello che ha animato il nostro cuore durante la nostra vita qui sulla terra.

Chiediamo al Signore di rinnovare la sua misericordia per noi durante questa vita e di accoglierci al suo termine dicendo anche a noi: “Venite, benedetti del Padre mio”.