
Le letture della Festa della Presentazione del Signore sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Sono trascorsi 40 giorni dalla gioiosa celebrazione del Natale del Signore” (Benedizione delle candele)
Con il Rito della Benedizione delle candele, la Liturgia insiste nel riportare l’attenzione della nostra fede sul Mistero dell’Incarnazione: lì prende forma definitiva il rinnovarsi dell’Alleanza tra Dio e l’umanità per la nostra salvezza.
“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè” (vangelo)
“I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti” (vangelo)
L’Anno Santo che abbiamo iniziato dovrebbe riportare anche noi, come Simeone nel tempio, a riconoscere questa luce e ad accoglierla nuovamente come fonte da cui scaturisce salvezza per la nostra vita.
“Vieni, Signore, nel tuo tempio santo” (salmo)
Nella Prima Alleanza, il tempio era considerato e vissuto come il luogo dove il Dio dell’Alleanza si rendeva presente e dimorava in mezzo al suo popolo.
L’evangelista Luca ripropone alla Comunità cristiana il tempio come luogo nel quale Dio, in Gesù, si rivela e si dona come Emmanuele, Dio-con-noi. Il tempio di Dio ora è Gesù: in lui è la pienezza dello Spirito Santo; attraverso di lui il dono di Dio giunge al suo compimento: si realizza in pienezza e “per tutti i popoli”.
“A Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione di Israele, e lo Spirito Santo era su di lui”
Ora è Simeone, “giusto e pio” a trasformarsi in tempio vivo: in lui Gesù incontra l’attesa dell’umanità e si dona come salvezza che consola. Simeone incarna l’attesa; incarna tutti noi. Gesù è portato dalle braccia di questa attesa credente, come era stato portato in grembo da Maria e da lei condotto all’incontro con l’attesa di Elisabetta e di Giovanni Battista.
“Ora puoi lasciare, Signore, che il tuo servo vada in pace” (vangelo)
Pace è questa attesa che si è colmata, che è giunta al suo compimento: porta frutti di salvezza e pienezza di vita.
“Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti: come segno di contraddizione, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori” (vangelo)
Sembra proprio che siamo lontani da questo compimento e che la nostra attesa sia rivolta altrove: che gli occhi della nostra fede non sappiano più riconoscere Gesù; che le braccia della nostra fede non sappiano più accogliere Gesù come salvezza donata da Dio per la nostra pace; che la nostra Comunità di adulti battezzati stenti a trasformarsi in tempio vivo che dona Gesù dopo averlo accolto. Veramente abbiamo bisogno di un Anno Santo!
“Vieni, Signore, nel tuo tempio santo”