Risurrezione del Signore (20/4/2025)


Risurrezione del Signore

Le letture della Domenica di Pasqua “Risurrezione del Signore” sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Oggi più che mai, in un ambiente umano lacerato da guerre, sopraffazioni e ingiustizie, sentiamo forte il bisogno di ritrovare per la nostra esistenza un significato profondo per la parola “umanità”. Ho cercato e trovato motivi di riflessione per questa Pasqua in alcune espressioni della “Sequenza di Pasqua”, che abbiamo pregato poco fa.

“Morte e vita si sono affrontate in prodigioso duello. Il Signore della vita era morto: ma ora, vivo, trionfa” (sequenza).

Questo annuncio ci raggiunge, come dice il Vangelo, “di mattino, quando era ancora buio” (vangelo). Pasqua (Dio che passa) ci raggiunge e visita la nostra vita nella notte. Lo abbiamo riascoltato ieri sera nella Veglia Pasquale: è la notte che riporta vita come in una creazione nuova; è la notte che porta di nuovo libertà, come per gli Israeliti in fuga da una schiavitù a loro imposta dalla tirannia del faraone. Maria di Magdala si avvia verso il sepolcro di Gesù con il cuore pieno di angoscia, ancora avvolto dal buio.

Raccontaci, Maria: che hai visto?”(sequenza)
“Vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”
“Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto”
(vangelo)

Così è quasi peggio! Ora non avrà più neanche una tomba su cui piangere. Avviene così a tante, troppe persone: penso alle famiglie dei cosiddetti “dispersi” della seconda guerra mondiale; penso alle famiglie dei “migranti”, sepolti nella sabbia del deserto o nell’acqua del Mare Mediterraneo. È ancora buio; la notte non è ancora finita!

Cristo, mia speranza, è risorto e vi precede in Galilea” (sequenza)

Ecco irrompere l’annuncio di Pasqua! La notte è passata: nella Pasqua di Gesù è successo qualcosa di inatteso, inverosimile per la vita degli uomini. E allora comincia la corsa. La corsa di Maria di Magdala dagli apostoli Pietro e Giovanni. La corsa di Pietro e di Giovanni al sepolcro, per uscire (finalmente!) dal buio che li teneva impauriti e prigionieri della disperazione e della convinzione che la morte di Gesù avesse messo la parola “fine” alla loro esperienza di discepoli.

Non è la fine; è l’inizio nuovo e vero: la loro vita cambierà; Gesù Risorto diventerà loro compagno inseparabile nel cammino della vita. È questa la grazia da chiedere anche per me e per voi, in questa Pasqua.

Concludo con alcune delle parole con cui il nostro Vescovo Oscar ci ha fatto giungere il suo augurio di “Buona Pasqua”.

“In questo Anno Giubilare siamo chiamati a rimettere al centro della nostra vita la speranza, quella che nasce dalla certezza che l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori.

La speranza cristiana va oltre l’ottimismo: essa nasce dalla memoria di ciò che Dio ha compiuto in noi, a cominciare dalla certezza che Egli ci ama per primo, nonostante la nostra debole umanità e gli ostacoli che spesso si frappongono (o frapponiamo) tra Gesù e noi: come la pietra del sepolcro.

Impariamo a riconoscere i numerosi “segni di speranza” che giacciono attorno a noi; ad apprezzare innanzi tutto i germogli di bene, i segni di bellezza che giacciono attorno a noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre Comunità e nel mondo intero”.

Buona Pasqua a tutti voi!