Le letture della festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
L’ultima domenica dell’anno solare, dedicata alla Santa Famiglia, quest’anno cade addirittura già il giorno dopo Natale: destinata ad essere trascurata o addirittura ignorata. Eppure ha da dirci qualcosa di veramente importante riguardo al mistero del Natale, celebrato ieri: l’Incarnazione del Figlio non è solo una facciata dietro la quale Dio nasconde la sua divinità; è del tutto vera, reale.
Il tema della famiglia è centrale nella Parola di Dio che abbiamo ascoltato. Nella prima lettura è la famiglia di Elkanà, di sua moglie Anna e del loro figlio Samuele a esprimere e a vivere nella fede la propria riconoscenza a Dio.
Nella seconda lettura, ogni famiglia di battezzati è chiamata a riscoprire il grande dono ricevuto: essere e vivere da figli di Dio.
Nel vangelo è la famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù, animata dalla fede, a scoprire la chiamata a cercare la propria risposta alla volontà di Dio.
Gesù nasce profondamente e radicalmente inserito nel tessuto vitale delle relazioni fondamentali per ogni persona: quelle che riguardano la famiglia di appartenenza. Quando ci viene da lamentarci per la difficoltà dei rapporti all’interno della famiglia, dovremmo provare a immaginare di esserne privi: orfani o vedovi; quelle sì, sono situazioni tragicamente difficili e destabilizzanti!
Dunque, ci viene suggerito oggi, contempliamo l’assoluta normalità del percorso umano del Figlio di Dio: ha imparato a parlare, a camminare, a pregare grazie alle cure amorevoli di Maria; è stato educato da Giuseppe all’importanza del lavoro, al rispetto degli impegni, ai criteri in base ai quali prendere le proprie decisioni. Maria e Giuseppe, quindi, hanno sicuramente avuto una parte importante nell’accompagnare Gesù a maturare le scelte di solidarietà con la nostra umanità povera e bisognosa di salvezza; alla accoglienza totale di ogni persona che Gesù incontrerà durante tutta la sua vita.
Guardando alla Santa Famiglia di Nazaret, ogni famiglia è chiamata a imparare uno stile nelle relazioni; a scoprire l’importanza del mettere non se stessi, ma Dio e gli altri al centro delle dinamiche quotidiane di rapporto. Non è facile, soprattutto in una cultura e in una società come la nostra: i legami, anche quelli affettivi, diventano sempre più fragili; il riferimento (anche quello sacramentale!) a Dio e al suo amore che salva sembra scaldare il cuore di pochi.
Che il Signore ci dia la grazia di imparare quello che ha veramente valore nella vita umana e aiuti le nostre famiglie a riportare il rapporto con Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo per salvarci, al centro della vita familiare.