Le letture della festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe sono disponibili al seguente link, cliccando qui, in formato stampabile per chi per chi desiderasse seguire la messa in diretta sul canale YouTube dell’Oratorio.
Riflessione
Nel celebrare questa Festa della Santa Famiglia, abbiamo la possibilità di illuminarla con l’evento della Nascita di Gesù, appena celebrato.
Per andare diritti al significato di questa festa, dobbiamo recuperare una consapevolezza: con il Battesimo siamo stati innestati nella vita di Gesù Cristo; tutta la nostra vita umana è tempo che ci è donato per passare dall’esperienza della vita biologica a quella della vita spirituale. In altre parole (forse più concrete), si tratta di scoprire, riconoscere e imparare la differenza tra vivere ed esistere: il mondo vegetale vive; il mondo animale vive; noi siamo chiamati ad esistere.Mettere allo stesso livello di importanza e di significato l’esistenza umana e le altre forme di vita è (secondo me) patetico o addirittura pericoloso.
La famiglia, che è scuola viva di rapporti umani, dovrebbe essere luogo dove si impara ad esistere; dovrebbe essere luogo dove si scopre e si impara l’esperienza del rapporto con Dio (questo vale specialmente per le famiglie fondate nel sacramento del matrimonio); dovrebbe essere luogo dove si cerca di vivere secondo il modello di Cristo.
Il Vangelo ci presenta la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe come realtà non immobile nella sua perfezione, esente da preoccupazioni; l’immagine che appare nel Vangelo è quella di una famiglia in continuo movimento, attraversata persino da ombre, illuminate solo dalla promessa di Dio.
Quando Dio ha scelto la coppia formata da Maria e Giuseppe come luogo umano nel quale farsi uomo, ha scelto anche di imparare a vivere; è cresciuto “a passo d’uomo”, come ogni bambino (“il bambino cresceva…”).
Solo così Gesù ha potuto rivelarci e riproporci il progetto di Dio sulla vita umana: rinunciando a prendere le distanze dalle fatiche di ogni persona umana, pur essendo Figlio di Dio. Colui che era Dio ha dovuto e voluto imparare ad essere uomo; Maria e Giuseppe hanno dovuto imparare a crescere insieme con Lui.
La presenza del Figlio di Dio fatto Uomo, ha condotto la famiglia di Nazaret a passare dalla Legge (Prima Alleanza) alla Grazia (Nuova Alleanza).
Maria e Giuseppe osservano scrupolosamente la Legge di Mosè: vanno al tempio per la loro purificazione, non tralasciano nessuna delle pratiche religiose che la Legge prescriveva; ma poi incontrano Simeone e Anna. In questa esperienza, la loro vita è nuovamente investita dallo Spirito Santo; sono condotti dallo Spirito a confrontarsi non più con la Legge, ma con la Grazia.
La Legge, per opera dello Spirito Santo, è giunta in Gesù alla sua piena realizzazione; nel rapporto con Gesù, “Parola fatta Carne”, nasce la possibilità che la vita umana si trasformi in vita cristiana.
Simeone: “Lo Spirito Santo era su di lui… mosso dallo Spirito si recò al tempio”
Le parole di Simeone aprono orizzonti nuovi, sconvolgenti: “salvezza per tutti i popoli; luce che si rivela alle genti”; per Maria, il passaggio da madre a discepola di Gesù e la prospettiva della croce.
Anna, della tribù di Aser.
Delle dodici tribù di Israele, quella di Aser è l’unica che si è persa, assorbita dai pagani; ma Anna non si è persa, è rimasta fedele al Signore. Alla fine, ecco Gesù, lo sposo, per lei rimasta vedova, ma fedele. Questo amore sponsale è il segno che Dio (lo sposo) è giunto ad amare e salvare l’umanità (la sposa). La salvezza è giunta; la promessa è mantenuta; il passaggio dalla Legge alla Grazia è avvenuto.
“E’ nato per noi un bambino”, un Figlio che fa diventare figli anche noi; ci conduce di nuovo nel rapporto con il Padre.