
Le letture della Solennità dei Santi Pietro e Poalo, Apostoli, sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Simone, a te io dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa” (vangelo)
E’ la prima volta che Gesù pronuncia la parola “chiesa”; lo fa aggiungendo l’aggettivo “mia”.
C’è un brano della Lettera di S. Paolo ai cristiani di Efeso, scelto e utilizzato spesso dagli sposi (quando ancora si usava sposarsi con il Sacramento del Matrimonio!). Nel descrivere il rapporto tra gli sposi, S. Paolo dice: “Il marito è capo della moglie, così come Cristo è capo della chiesa. Come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto”. Solitamente il brano non era ben capito: cominciavano gli ammiccamenti e le risatine; e non si ascoltava il seguito. “Voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei”: sulla Croce, nella sua Pasqua!
Oggi festeggiamo i Santi Pietro e Paolo accomunati nel martirio: hanno testimoniato di condividere l’amore di Cristo per la chiesa; per farla crescere hanno speso la loro vita; l’hanno amata fino a dare la vita nella fedeltà a Cristo e alla chiesa.
Gesù ama la chiesa come sua sposa: la ama con fedeltà assoluta, nonostante i nostri errori, i nostri rinnegamenti, i nostri tradimenti. Pietro e Paolo partono con il piede sbagliato: Pietro rinnegando Gesù; Paolo perseguitando Gesù nella sua Chiesa. Poi, però, toccati dalla forza dell’amore di Cristo Crocifisso, traggono dalla sua Pasqua le fede e la forza di testimoniare il loro amore fino al dono della vita.
Non so se noi potremmo sentirci di ripetere “la mia chiesa”: amo questa mia Comunità, nonostante le diversità che sono al suo interno, nonostante i suoi limiti e le “rughe” che presenta. Certo: non c’è amore vero che non sia impastato di sofferenza. C’è un soffrire a causa della chiesa: per le sue contraddizioni al Vangelo e le sue incoerenze; c’è un soffrire in favore della chiesa, coinvolti da tutto ciò che tocca la propria comunità di battezzati. E’ il soffrire per amore! Ci rende partecipi del mistero pasquale di Gesù e ci conduce ad attingere grazia proprio da lì.
Siamo una comunità di peccatori in cammino: bisognosi di misericordia e del perdono che riceviamo da Gesù Crocifisso e Risorto. Per intercessione dei Santi Pietro e Paolo, chiediamo oggi la grazia di amare questa nostra chiesa: è la madre che nel Battesimo ci ha generati alla vita da figli di Dio.