Santissima Trinità (15/6/2025)


Santissima Trinità

Le letture della Solennità della Santissima Trinità sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Il Vangelo che abbiamo ascoltato è ancora parte di quel lungo “discorso di addio” di Gesù ai suoi discepoli al termine dell’Ultima Cena. Gesù parla di se stesso, del suo rapporto con il Padre e lo Spirito Santo; ma parla anche di noi, del nostro rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: quello nato dal Battesimo; quello che ci ha fatto entrare come figli nel cuore della vita di Dio, che è “comunione di amore”.

“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo” (saluto iniziale)

Chi ha tra le mani il foglietto si è (forse!) accorto che ho scelto un saluto iniziale diverso da quello lì proposto: “grazia, amore, comunione”. Nelle celebrazioni della Pasqua (fino a Pentecoste), abbiamo contemplato (e accolto?!) quella parte del rivelarsi di Dio che si è resa visibile e comprensibile a noi: quello che ci è stato donato non è tutto ciò che riguarda Dio, ma questo deve bastarci (e ne avanza!)

“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso” (vangelo)

Gesù non si riferisce a dottrine nuove o speciali che dobbiamo ancora attenderci; sta parlando di una comunione piena, di una sintonia perfetta di desiderio e di intenzioni: oggi la riconosciamo e la celebriamo presente in Dio; oggi riconosciamo quanto è assente in noi, se non apriamo la nostra vita (mente e cuore) alla azione della grazia di Dio e alla comunione con Lui, accolte e vissute a partire dalla Pasqua di Gesù.

È molto difficile e complicato per noi vivere nella comunione l’esperienza delle differenze tra noi e l’accoglienza di ciò che è “altro” (diverso) rispetto a noi: quello che è “altro” da noi ci rende sospettosi; la differenza ci disturba; il diverso ci fa paura; lo straniero lo respingiamo. Il modello di vita e di comunione che è Dio Uno in tre Persone ci appare lontano, irreale, inaccessibile.

Pensiamo a come e quanto questa affermazione trovi riscontro nella realtà, all’interno delle relazioni che costituiscono una comunità (ecclesiale o civile); all’interno di ogni rapporto sociale (famiglia, amicizie, ambiente di lavoro, ecc.).

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”

Oggi Dio ce lo riconferma: è possibile, anche per noi, entrare nel mistero di comunione in cui vive lui; oggi, celebrando il “modo di essere” di Dio che lui ci ha rivelato, accogliamo con gioia rinnovata la possibilità, che ci donata, di vivere fin da ora la vita stessa di Dio che è “comunione di amore”.

“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (seconda lettura)

E’ una grazia grande. Ringraziamo il Signore.