Le letture della Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Il giorno cominciava a declinare” (vangelo)
È la giornata della vita: fatta di entusiasmo, di progetti; ma anche di ombre che avanzano, di aridità, di fatiche, di dolore, di stanchezza. Non vediamo più con chiarezza dove la vita ci conduce; abbiamo paura di perdere l’orientamento.
“Prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire gli infermi” (vangelo)
Gesù ha parole di speranza: dicono qual è la scelta che Dio ha fatto e continua a fare nei nostri confronti. Sono parole e gesti di guarigione che ci hanno raggiunto anche quest’anno. Il Natale: Dio è entrato nel tempo degli uomini; la Pasqua: Dio è passato e ci ha donato la vita del Figlio perché anche la nostra vita rinasca, nel tempo e per l’eternità; la Pentecoste: il soffio vitale di Dio irrompe per rimanere con noi e accompagnare la nostra vita.
“Congeda la folla… qui siamo in una zona deserta” (vangelo)
Anche i discepoli di allora non hanno capito né l’annuncio del regno di Dio, né i segni della sua presenza che trasforma il deserto in pienezza di vita. Gli apostoli si preoccupano per la folla, ne condividono la fame, ma non vedono soluzioni: “Mandali via; lascia che ciascuno vada a risolversi i suoi problemi, come può e dove può”.
Ma Gesù non ha mai mandato via nessuno. E condividendo la nostra fame, condivide il volto del Padre. Mi ha sorpreso, in questi giorni, una frase di Gandhi: Alcuni uomini hanno così tanta fame, che per loro Dio non può avere che la forma di un pane”.
“Voi stessi date loro da mangiare” (vangelo)
Nel Vangelo il verbo “amare” si traduce sempre con il verbo “dare”: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio”; “Non c’è amore più grande che dare la vita”.
Accogliere, o congedare? Comprare, o condividere?
“Fateli sedere a gruppi” (vangelo)
Nessuno per conto suo; tutti dentro un cerchio, uniti da un legame, fianco a fianco: è il primo passo per entrare nella prospettiva del dono; come nell’Ultima Cena.
“Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane…” (2° lettura)
La festa dell’Eucaristia che stiamo celebrando ci chiama a tornare con la mente e con il cuore a quella sera in cui Gesù dona se stesso nel segno del pane. Nel Vangelo di oggi Gesù anticipa quel gesto, sperando che, quando lo farà, i discepoli possano ricordare e comprendere.
“Fate questo in memoria di me” (vangelo)
Celebrando l’Eucaristia, noi, adorando, riconosciamo il dono che Dio fa alla nostra vita; lo ringraziamo; chiediamo che questa comunione tra la sua vita e la nostra vita continui ad accompagnarci. Celebrando l’Eucaristia, noi siamo anche richiamati a riconoscere il nostro compito: non andarcene dalla vita qui sulla terra senza prima essere diventati “pezzo di pane buono” per la vita di qualcun altro.
E’ veramente un peccato (in tutti i sensi!) che celebrare l’Eucaristia interessi sempre meno ai battezzati.