
Le letture della Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai suoi discepoli” (vangelo)
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, il gesto prodigioso di Gesù anticipa quello che avverrà nell’Ultima Cena con i suoi apostoli: il dono del suo corpo e del suo sangue per la salvezza del mondo; l’Eucaristia come memoriale del suo sacrificio.
“Voi stessi date loro da mangiare” (vangelo)
Gesù chiama i suoi discepoli a compiere una vera e profonda conversione: dalla logica del “ciascuno per sé” a quella della “condivisione”; da un pane da accumulare a un pane da spezzare per condividerlo; da una vita all’insegna del possesso e da difendere dagli altri, a una vita data, donata, persa per gli altri. Potremmo addirittura dire che il titolo più appropriato per questo racconto non è “moltiplicazione”, ma “condivisione” che inizia dallo “spezzare”.
Ognuno di noi ha prima di tutto la propria vita come pane da spezzare e condividere: vita che nasce e cresce impastata di incontri e di relazioni, di sogni e di delusioni, di gioia e di sofferenza. Anche nella realtà della vita, da un lato ci sono persone bisognose di cura, dall’altro la responsabilità di ciascuno nei confronti di chi è nel bisogno: Gesù rinvia ciascuno di noi alla propria responsabilità.
Gli apostoli reagiscono alla situazione pensando a quello che hanno e non a quello che sono: vorrebbero provvedere mettendo in gioco i loro mezzi, ma senza mettere il gioco se stessi.
Celebrare l’Eucaristia ci chiama a verificare la nostra vita da questo punto di vista: spezzare, condividere, non accumulare per sé; sottrarsi alla celebrazione dell’Eucaristia è anche una scelta decisiva sul senso da dare alla nostra vita.
Questo brano di Vangelo e questa Festa solenne ci sono venuti incontro in questo giorno dedicato al ricordo di Dario Bormolini: vogliamo riconoscere e ricordare la qualità delle scelte con cui Dario ha contraddistinto la sua vita e le ha dato senso, anche a partire dalla propria fede.
La Festa del “Corpus Domini” ci ribadisce che è la frequentazione dell’Eucaristia a generare e conservare alla nostra vita una identità capace di comunione fondata sulla condivisione di ciò che siamo. Forse è proprio la disaffezione nei confronti dell’Eucaristia a rendere la nostra vita sempre più povera di questo valore: spezzarla e condividerla perché si trasformi in dono che sazia la vita di altre persone