Nel momento in cui scrivo, le probabilità di poter celebrare domenica prossima le Messe con la Comunità sono molto scarse; il Vescovo ha lasciato aperto uno spiraglio fino a Venerdì 6 Marzo, nella speranza di poter togliere o attenuare il divieto.
In tutti i casi, spero possa tornare utile (e gradito?) questo tentativo di condivisione.
Come introduzione, soltanto un augurio che ho già fatto ai componenti della Corale Parrocchiale, annunciando a loro il prolungarsi della sospensione delle prove di canto: “Speriamo che l’astinenza faccia crescere la fame”.
Buon cammino quaresimale!
Don Francesco
Letture
Colletta
O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen
Prima Lettura
Gn 12, 1-4
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
Salmo Responsoriale
Sal.32
RIT: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Seconda Lettura
2 Tm 1, 8-10
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
Canto al Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
“Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!”.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo
Mt 17, 1-9
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore.
Lode a Te o Cristo.
Riflessione
“…e fu trasfigurato davanti a loro”
Questo episodio si colloca “sei giorni dopo” l’annuncio della passione, che Gesù ha fatto agli apostoli in cammino con lui verso Gerusalemme. In quella occasione era apparso evidente che la capacità di capire Gesù e la sua Pasqua era ancora del tutto estranea alla mente e al cuore dei suoi discepoli.
Adesso Gesù prende Pietro, Giacomo e Giovanni, gli stessi tre che lo vedranno nella sua agonia all’Orto degli Ulivi, e li porta sul monte.
Il monte è il luogo simbolico dove Dio si rivela, dove Dio si comunica e si fa conoscere, dove Dio si fa vicino. Gesù porta i discepoli sul monte affinché acquisiscano uno sguardo diverso: lo sguardo di Dio sulle cose, sulla storia, sugli eventi.
“Fu trasfigurato”. Dunque non è Cristo che si è trasfigurato, che ha cambiato forma, ma Egli viene visto trasfigurato Tanti Padri della Chiesa dicono che la Trasfigurazione consiste solo nel cambiamento avvenuto nello sguardo degli apostoli; a Cristo non è successo nulla, mentre sono gli apostoli che cominciano a vedere il volto del Signore così come lui è veramente.
Per raccontare la trasfigurazione di Gesù, il vangelo usa la parola “metamorfosi”: secondo il suo significato etimologico stretto, la parola significa “vedere oltre le forme”, oltre la figura; andare oltre, con uno sguardo che penetra, che vede attraverso. La nostra cultura ha poi ridotto il significato di metamorfosi (trasfigurazione) a un cambiamento di forma; ma è ben più di questo.
“Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”: il problema, allora, è di vedere le cose nella luce giusta; questo può avvenire solo quando la nostra opacità (il nostro corpo, il nostro peccato) torna ad essere trasparente e fa emergere ciò che è la verità della persona.
Pietro dice che è bello essere lì; anche se non ha capito molto, ha intuito che è bello. E la bellezza consiste proprio in questa capacità ritrovata di vedere, dentro la realtà, un’altra verità più profonda e più bella. La seduzione della passione, invece, ci inchioda sul corpo, e il corpo ci inchioda sull’ “io”; allora è la solitudine totale, la chiusura assoluta: non riusciamo più a “vedere al di là”.
Gesù ha condotto i tre discepoli sul monte proprio per dire loro questo: di guardare oltre quando vedranno la sua carne martirizzata, afflitta, derelitta, derisa; di vedere e ricordare, quando verrà quel momento, che Lui fa questo per amore del Padre; che dietro la sua sofferenza c’è il volto del Padre e il suo volto di Figlio. Cristo sul monte appare vestito della sua figliolanza e gli apostoli riescono per un istante a vederlo come Figlio di Dio.
Ci vuole veramente lo sguardo di un cuore ripieno di Spirito Santo, ci vuole un lavacro nello Spirito (il Battesimo), affinché i nostri occhi di creature siano lavati e noi possiamo vedere e capire che siamo figli nel Figlio e che Dio è nostro Padre. Il significato della Trasfigurazione per la nostra vita di cristiani è vivere la nostra figliolanza in tutto ciò che siamo e in tutto ciò che viviamo, trasfigurandolo. Un cristiano è maturo quando riesce a trovare Cristo in tutto, quando vede che Cristo è il punto di arrivo di tutto. Tutto converge a Cristo ed in Cristo si apre al Padre. Un orizzonte sconfinato.
Non serve allora cercare continuamente e affannosamente di cambiare la nostra vita, per trovarle una nicchia dove illuderci di stare bene; serve invece avere uno sguardo capace di cogliere come quella situazione in cui siamo possa trasformarsi nel luogo ideale per vivere da figli di Dio. Ognuno di noi sa molto bene dove sono le sue opacità, dove sono e quali sono le passioni che vogliono inchiodarci in qualche punto della nostra vita. Il Vangelo della Trasfigurazione, nel cammino quaresimale, ci aiuta proprio a vedere come attraverso le vicende della nostra vita, anche sporche di polvere, di ferite, di sangue, di“virus”, traspare una luce che non viene da questo mondo, ma dal rapporto tra il Padre e il Figlio fatto Uomo, tra il Padre e noi suoi figli. E’ il rapporto che nasce dal Battesimo e che Dio desidera rinnovare con noi quando celebreremo ancora una volta, anche quest’anno, la Pasqua di Gesù e la nostra Pasqua.