
Le letture della Solenne Veglia Pasquale sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
Vorrei provare a tornare con voi sui segni che ci hanno accompagnato fin qui in questa Veglia Pasquale.
L’accensione del fuoco
La Pasqua di Dio nel Figlio Gesù è un fuoco da accendere: Gesù stesso lo ha detto di sé: “Sono una persona divorata da un fuoco interiore”. Con la sua Morte e Risurrezione Gesù ha acceso quel fuoco che era venuto a portare: il Vangelo, la Buona Notizia dell’amore di Dio che fa rinascere gli uomini alla vita da figli. È una nuova creazione (prima lettura); è il nascere di un rapporto nel quale gli uomini tornano a fidarsi di Dio (seconda lettura). Il fuoco della Veglia Pasquale è il fuoco del Vangelo; la Pasqua di Gesù incendia il mondo per farlo ardere di amore.
Tante volte ho desiderato che il segno del fuoco fosse più visibile, più efficace, più “vero” e meno “simbolico”; forse però, nella sua piccolezza e nella fatica di accenderlo e di alimentarlo, ci parla meglio della nostra realtà umana: del buio in cui si dibatte; della sua difficoltà a generare vita.
L’accensione del Cero Pasquale
“La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito”. È la colonna di fuoco che illumina e accompagna il cammino di Mosè e del popolo verso la salvezza (terza lettura). Quante volte è stato difficile accendere il Cero pasquale e conservarlo acceso, a causa del vento: il vento delle nostre miserie; il vento della pandemia e delle malattie; il vento delle violenze, delle ingiustizie e delle guerre. La luce di Cristo Morto e Risorto per la nostra salvezza, dentro questo tempo nel quale scorre la nostra vita! (preparazione del Cero)
“Cristo, luce del mondo. Rendiamo grazie a Dio”
Quante volte mi ha emozionato entrare nel buio della Chiesa e gridarlo per tre volte! La luce del Cristo “che risorge e disperde le tenebre”, in realtà, perché possa raggiungere la nostra vita, ci è donata in tutta la sua debolezza e discrezione, come la fiamma di una candela: non è splendore che abbaglia; non è verità che acceca e umilia; non è evidenza che si impone: ha la mitezza di una luce che, per la sua fragilità e precarietà, va custodita e protetta.
L’accensione delle nostre candele.
Richiede pazienza! La luce del Cero pasquale si estende a poco a poco alle altre candele: si diffonde per contagio! Nessuno si procura da sé quella luce: parte dal Cero pasquale e ci raggiunge trasmessa da qualcun altro.
Il fonte battesimale
La Parola di Dio ci ha così accompagnato al Fonte battesimale (quarta lettura). Siamo invitati a riaccendere le nostre candele. Da lì, nati alla vita da figli, siamo partiti, nella prima Pasqua della nostra vita: accompagnati dalla fiamma di una candela accesa al Cero Pasquale.
Chiediamo a Dio che sia Pasqua buona e vera per ciascuno di noi!