E’ molto interessante la scelta dei brani del Vangelo secondo Giovanni che ci accompagneranno da qui in poi nel nostro cammino quaresimale (3°,4°,5° domenica). Anticamente questi brani erano i punti di riferimento per gli “scrutini” con cui la Chiesa verificava il cammino di fede dei Catecumeni, per decidere se ammetterli o no al Battesimo celebrato nell’imminente Veglia Pasquale; confronto con il Vangelo per promuovere, bocciare, o rimandare!
Chiediamo al Signore Gesù di accompagnare anche noi battezzati (da poco o da molto tempo!) di fronte a questo specchio della fede: sicuramente nessuno di noi è “promosso “ in via definitiva alla vita da figlio di Dio; siamo tutti nel gruppo dei “bocciati” o dei “rimandati”; siamo tutti in attesa che il dono della Pasqua di Gesù raggiunga la nostra vita nei sacramenti pasquali e ci rinnovi nella grazia del Battesimo.
Letture
Colletta
O Dio, sorgente della vita, tu offri all’umanità riarsa dalla sete l’acqua viva della grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo popolo il dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e annunzi con gioia le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen
Prima Lettura
Es 17, 3-7
Dal libro della Esodo
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
Salmo Responsoriale
Sal.94
RIT: Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere».
Seconda Lettura
Rm 5,1-2.5-8
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
Canto al Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo
Gv 4,5-42
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.
Lode a Te o Cristo.
Riflessione
Il Vangelo di oggi è ricchissimo di rimandi e significati; offre la possibilità di letture molteplici, a livelli sempre più profondi. Ho scelto di proporvi due riflessioni: una più evidente e riferibile con facilità al Battesimo; la seconda più profonda e, almeno per me, molto efficace in riferimento alla Quaresima/Pasqua.
1. Cristo come acqua viva
“l’acqua che io darò diventerà sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”.
Capita a tutti noi di “cercare acqua” per soddisfare momentaneamente “la nostra sete”.
Vogliamo solamente qualcosa che attenui qualche fatica particolare che tocca la nostra vita (come di questi tempi!), qualche nostra pena; ci accontentiamo di un rimedio temporaneo, di un sollievo che dura solo un po’.
Ma il Signore Gesù promette e propone “un’acqua che estingue la sete per sempre”; che dona un significato eterno alla nostra vita, un’esistenza da figli, abitata pienamente e per sempre dall’amore di Dio che è Padre; che fa uscire la nostra vita dal suo vagare inutile alla ricerca di un qualche palliativo che possa illuderci di averle dato un significato pieno e definitivo.
Questo era ed è il dono del Battesimo posto all’inizio della nostra vita come “sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”.
2. Cristo come vero sposo
In Lui Dio sposa l’umanità (tutti noi), rappresentata dalla Samaritana. “Hai detto bene: « Io non ho marito » … quello che hai ora non è tuo marito”.
Il Vangelo dice che Cristo “doveva” passare per la Samaria: perchè? La strada per Gerusalemme non passava necessariamente di là: avrebbe potuto attraversare, invece, la valle del Giordano. Il “doveva” evidenzia perciò, piuttosto un suo progetto, una sua intenzione precisa.
Lo stesso vale per la donna: va a prendere l’acqua a un’ora improbabile e in un posto che raggiunge oltrepassando altri due pozzi, peraltro famosissimi e ancora esistenti, dove avrebbe potuto attingere acqua con più facilità.
Quello che doveva succedere era esattamente l’incontro tra il vero Sposo e la sua Sposa.
Cristo è stanco, è assetato; Dio è “stanco” delle nostre idolatrie, delle nostre fissazioni, del nostro arrangiarci. Non ce la fa più e chiede ospitalità, accoglienza. E allora torna alla mente quello che l’evangelista Giovanni constata all’inizio del suo vangelo: “È venuto tra i suoi e non l’hanno accolto”. Gesù chiede accoglienza a una samaritana, non a uno del suo popolo e della sua fede; chiede accoglienza a una che appartiene a un popolo disprezzato, perché ha rifiutato l’Alleanza e si è costruito un altro Tempio.
In questo incontro tra Gesù e la Samaritana si sta rinnovando il rapporto tra Dio e l’uomo. Dio non ce la fa più senza l’uomo; l’uomo si crea i suoi idoli, ma Dio insiste nel cercare l’incontro con lui; Dio ama l’umanità così come è; perciò è lì al pozzo di Giacobbe, presente nel Figlio fatto Uomo.
Quando Gesù dice alla donna di tornare con il suo sposo lei deve ammettere di non averlo. E Gesù le conferma di sapere bene che ha avuto cinque amanti, ma non ha uno sposo. Lo Sposo sta lì, ora, davanti a lei.
Questo passaggio è illuminato dal 2° Libro dei Re, dove si legge che gli Israeliti si sono messi ad adorare le divinità di cinque popoli confinanti; ecco il significato di aver avuto cinque amanti: è il popolo che si è prostituito, ha tradito Dio cinque volte con cinque diversi dei. È infedele.
Anche nella nostra vita, continuamente qualcosa sostituisce il Dio vero con qualche cosa che diventa più importante di Dio. Talvolta questo avviene non per una esplicita volontà di tradire, ma semplicemente perchè non ci si accorge quando si diventa “come tutti gli altri”: il lavoro, le vacanze, le cose che si leggono e che si ascoltano; tutto è fatto come lo fa il mondo e non ci si accorge nemmeno che Dio non è più al primo posto. Improvvisamente la fede diventa una cosa decorativa, non è più il perno portante nella vita. Ad un tratto cominciamo a pensare da idolatri, pensiamo, cioè, che qualche altra cosa è più importante, qualche altro amore è al primo posto.
Ma in Gesù Cristo l’umanità può trovare l’unione sponsale, definitiva, con Dio; l’umano e il divino sono uniti in un amore definitivo nel Figlio di Dio.
Ecco dove può condurci questa Quaresima: a vivere nuovamente questa apertura della nostra vita umana (di tutto ciò che noi siamo) a Dio; a cercare lo Sposo. E Dio non tarda mai: è già lì ad aspettare, come Gesù al pozzo; vuole incontrarci; ci chiede di accoglierlo.
Preghiere per questo tempo
Preghiera di Papa Francesco a Maria
O Maria,
tu risplendi sempre nel nostro cammino
come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati,
che presso la croce sei stata associata
al dolore di Gesù.
Tu sai di che cosa abbiamo bisogno
e siamo certi che provvederai
perché, come a Cana di Galilea,
possa tornare la gioia e la festa
dopo questo tempo di prova.
Aiutaci, Madre del Divino Amore,
a conformarci al volere del Padre
e a fare ciò che ci dirà Gesù,
che ha preso su di sé le nostre sofferenze
e si è caricato dei nostri dolori
per condurci, attraverso la croce,
alla gioia della risurrezione.
Amen.
Preghiera del Vescovo Oscar al Cristo Crocifisso
Santo e amato Crocifisso,
riflesso della bontà di Dio
e della sua fedeltà verso di noi:
Tu da sempre accompagni e sostieni
il cammino di fede dei fratelli e delle sorelle
della nostra Chiesa di Como,
anche e soprattutto nei momenti
di dolore e di prova.
Tu, volto della Misericordia e della tenerezza di Dio Padre,
vieni in nostro aiuto!
Tu conosci la nostra debolezza
e continui ad esserci vicino
in questi momenti di trepidazione
per la presenza devastante del “coronavirus”,
che ha sorpreso e sconvolto la nostra vita,
le nostre abitudini, le nostre attività quotidiane.
Sostieni quanti sono impegnati
nell’affrontare questo periodo di emergenza:
tutto il personale medico, gli scienziati
i volontari e quanti si prodigano generosamente
al servizio dei malati e delle loro famiglie.
Dona conforto ai sofferenti,
soprattutto alle persone più esposte:
gli anziani, le persone sole e quanti sono infettati dal virus.
Sia vincente la generosità di coloro che sacrificano
il loro tempo e le loro energie per sostenere
quanti abbisognano di cure, di vicinanza,
di ogni genere di aiuto.
Fa’ che ciascuno di noi impari la lezione
che deriva da questo momento di smarrimento e di prova.
A volte ci siamo creduti onnipotenti,
al punto di credere di poter fare a meno di te,
Signore della nostra vita.
Oggi ci scopriamo feriti, fragili e deboli,
incapaci di trovare salvezza in noi stessi
e nelle risorse della tecnica.
Fa’ che ci lasciamo salvare da te,
che ci liberi dal peccato, dalla tristezza,
dal vuoto interiore, dall’isolamento.
Aiutaci a tornare a te con fiducia
e a confidare nella tua divina potenza
che tu metti a servizio dell’amore.
Tu ci doni sempre il tuo Spirito
perché diventiamo uomini e donne di comunione,
capaci di condividere la gioia e di sperimentare la fraternità,
così da fare della carità una costante della vita di tutta la Chiesa,
a imitazione di te, che ci hai amato e hai donato tutto te stesso per noi.
Tu che vivi e regni nei secoli glorioso.
Amen.