Le letture della V Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla” (vangelo)
A noi può sembrare strano: a leggere il vangelo di oggi appare uno stretto rapporto tra l’esperienza della Grazia (che è salvezza) e quella del fallimento; sembra addirittura che i due momenti coincidano. Gesù incontra Simone (Pietro) in una mattina per lui amara: ha davanti a sé il proprio fallimento; lui, che è pescatore esperto, sta sistemando le reti dopo una notte in cui non ha preso nulla; probabilmente è molto arrabbiato e vorrebbe starsene da solo a rimuginare; ma Gesù, con la sua richiesta, lo costringe a uscire dal silenzio e dalla solitudine.
“Lo pregò di scostarsi un poco da terra” (vangelo)
Gesù entra nella vita di Pietro con delicatezza, con una richiesta non eccessiva. È lo stile di Dio: si manifesta proprio quando la nostra barca (la nostra vita personale) sembra più inospitale; voglio credere che lo faccia anche quando la barca che è la Comunità (la Chiesa) è in difficoltà (in questi mesi noi preti stiamo riflettendo su un libro intitolato “La Chiesa brucia”).
“Prendi il largo e gettate le vostre reti” (vangelo)
Dopo averci chiesto il poco di cui già disponiamo, Gesù ci chiede di rischiare: “Se vuoi fare esperienza di Grazia/salvezza, va’ dove il mare è profondo”; torna sul tuo fallimento, se vuoi sperimentare la potenza dell’amore di Dio. Pietro deve decidere e rischiare: secondo la mentalità sua e di tutti (“la pensano tutti così; fanno tutti così”), non si esce a pesca in pieno giorno; non si gettano le reti dove ti dice un falegname. Pietro deve andare a cercare in se stesso le ragioni per accettare la sfida di Gesù e fidarsi di Lui: appena prima, nel Vangelo, Luca ha descritto la guarigione della suocera di Pietro; Pietro ha già avuto modo di ascoltare qualche parola sapiente di Gesù.
Noi siamo in grado di fare lo stesso? “Prendi il largo”: fidati; non temere di lasciarti alle spalle l’insipienza (la falsa sapienza!) che governa il mondo e le sue regole; hai accettato di far salire sulla tua barca (la tua vita) il Figlio di Dio, per vivere da figlio di Dio. Alla fine, è la qualità della nostra fede in Gesù a fare la differenza!
“Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore” (vangelo)
“Un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito” (1° lettura)
Di fronte alla fiducia di Dio verso di noi, emerge la nostra identità più vera: il peccato e l bisogno di essere purificati.
“Presero una quantità enorme di pesci” (vangelo)
Dio rivela a Pietro di essere presente nella sua vita. In Pietro scatta la sorpresa di sentirsi amato gratuitamente, nonostante la sua indegnità e il suo peccato. Anche Isaia si accorge della sproporzione tra la santità di Dio e la sua incapacità. Anche noi dobbiamo imparare a fidarci di più: è la fede a fare la differenza!
“Non temere: d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (vangelo)
Il cambiamento che Dio ci chiede non passa attraverso la distruzione della nostra identità e personalità. Gesù ci chiede di vivere in modo nuovo ciò che siamo: si tratta di riconoscere e non tradire il “Regno di Dio”, il rapporto che si è instaurato tra il Padre e noi, In Gesù, per opera dello Spirito Santo.
“Purifica i nostri cuori con il fuoco della tua parola e perdona i nostri peccati con la dolcezza del tuo amore” (colletta).