Le letture della V Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Risanaci, Signore, Dio della vita”
Proviamo a iniziare la riflessione da una sintesi delle letture di oggi. Ci parlano di malattia e di fatica di vivere (prima lettura); dell’esperienza della fragilità che si manifesta nella sofferenza, ma anche di una grazia che ci è donata: ritrovare il coraggio e il desiderio di ripensare la “buona notizia” che è Gesù e il nostro rapporto con lui (vangelo); la possibilità e l’esigenza di diventare portatori e testimoni di questo annuncio (seconda lettura).
“Venuta la sera”
E’ la sera che conclude la giornata iniziata da Gesù nella sinagoga di Cafarnao (vangelo di domenica scorsa), considerata dai commentatori come la “giornata-tipo” di Gesù. È collocata in “giorno di sabato”, quello dedicato a Dio per riconoscere il dono della vita (la creazione). Gesù proclama in questo modo il “Regno di Dio”: nel Figlio fatto Uomo, Dio si rende disponibile per una nuova creazione. Di nuovo tornano in evidenza l’urgenza dell’intervento di Gesù (subito) e la presenza del male (malattie e demoni).
La fece alzare; li serviva”
La prima guarigione è per la suocera di Pietro; il verbo usato nel vangelo è quello che indica risurrezione, vita nuova. Gesù dona vita di qualità nuova, vita dove Dio si rivela vicino: Gesù “entra nella casa”, “si avvicina”, “la prende per mano”. Questa guarigione, prima ancora di riguardare l’aspetto fisico (la febbre), libera dal vivere ripiegati su noi stessi per metterci al servizio di altri (li serviva).
“Dopo il tramonto del sole… gli portavano tutti i malati e gli indemoniati… ne guarì molti”
Nel Vangelo, le guarigioni sono “segno” di ciò che può accadere a chi incontra Gesù e lo accoglie.
“Tutta la città era riunita davanti alla porta”
Si forma una “nuova sinagoga”; sembra, però, che abbia gli stessi difetti di quella del mattino (vangelo di domenica scorsa). Per la gente, la novità è soltanto che Gesù si rivela molto più potente, molto più forte, molto più efficace; ma le persone che accorrono sono ancora animate soltanto dalla fedeltà alla Legge della Prima Alleanza: accorrono da Gesù solo dopo che è scaduto l’obbligo di rispettare il riposo del sabato. Non capiscono che Gesù sta portando in sé una Alleanza Nuova con Dio: è venuto per rigenerare l’uomo a una vita nuova; per rivelare il Padre, affinché ognuno possa vivere il rapporto con Lui da figlio del Dio-con-noi.
Per questo Gesù si ritira in un luogo deserto, in preghiera: si rivolge al Padre, sta con il Padre; è questa relazione che vuole rivelare al mondo, affinché tutti scoprano il loro essere figli. Dovrebbe essere il nostro rapporto con Dio “la molla” della nostra esistenza, il “filo rosso” che tiene uniti i vari momenti della nostra vita: le esperienze dolorose come quelle gioiose, i momenti oscuri come quelli luminosi.
L’autenticità del nostro rapporto con Dio dovrebbe manifestarsi nelle nostre relazioni con gli altri: relazioni limpide, libere dall’istinto del possedere; fraterne, libere da ostilità, sospetti e pregiudizi; solidali, attente ai bisogni e alle richieste di aiuto. Nello stesso tempo i nostri rapporti con gli altri ci riportano al nostro rapporto con Dio e lo riempiono di contenuti.
Davanti a Dio portiamo tormenti, pene, angosce, ferite aperte e dolorose; in Dio troviamo la forza per combattere il male, parole di bontà, gesti di consolazione per “andare avanti”; da Dio riceviamo sapienza e coraggio per scelte difficili, specialmente in tempi convulsi e complicati come quelli che stiamo vivendo.
“Si avvicinò e la fece alzare, prendendola per mano”
Chiediamo al Signore Gesù di ripetere oggi per ciascuno di noi questo gesto che ci fa rinascere.