Le letture della V Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Vi do un comandamento nuovo. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi” (vangelo)
Quello di Gesù è un comandamento nuovo: dunque non è qualcosa che faccia già parte del nostro patrimonio etico, del nostro bagaglio morale; qualcosa che sia soltanto da rispolverare e lucidare. Noi avremmo detto: “Come io ho amato voi, così anche voi amate me”.
E’ veramente lungo e difficile il cammino di chi voglia capire e accogliere la Pasqua di Gesù per vedere la propria vita trasformata in vita da figli di Dio: non c’è da meravigliarsi, né da scoraggiarsi; c’è da riconoscere con gioia la Grazia che Dio continua a elargire nella nostra vita con generosità e costanza fedele.
La novità del comandamento di Gesù sta tutta in quel “come”, che prende forma nelle parole e nei gesti di Gesù durante tutta la sua vita terrena e risplende “come luce nelle tenebre” nel momento del dono definitivo: il dono totale di sé sulla Croce.
Per farci capire, Gesù aveva già segnalato la qualità nuova del suo amore; basta andare a riscoprirla in alcune immagini presenti nel vangelo: il seminatore che getta il seme con una generosità che a noi appare senza criterio; il fatto che gli operai dell’ultima ora siano ricompensati come quelli che hanno lavorato tutto il giorno. Gesti senza criterio, per noi abituati a una modalità di amore nella quale i conti tra il dare e il ricevere devono rimanere (al massimo!) in pareggio: di sicuro non in perdita!
Eppure la vita umana, per poter sopravvivere, si regge proprio su parametri dell’amore che sono quelli di Gesù: devono impararlo coloro che vogliono portare a maturazione adulta di umanità la propria vita (quanti adulti di età rimasti bambini o adolescenti!); deve impararlo il prete, se fa questa scelta per la sua vita; devono impararlo coloro che decidono di vivere in coppia la loro vita; devono impararlo coloro che decidono di generare vita (è per questo che nascono sempre meno bambini?).
Volere tutto per sé, vedere solo il proprio interesse, indulgere ai propri capricci è una modalità infantile dell’amore. Quanto siamo distanti dal modo in cui Gesù legge il valore della vita umana e costruisce i rapporti!
La domanda che Gesù ci rivolge oggi nel Vangelo è proprio questa: “Per te l’amore è reciprocità o è gratuità?” Tra noi, spesso, la vulnerabilità di una persona è sfruttata per far valere la nostra forza, invece che per far intravedere e aiutare chi è in difficoltà a imboccare una via di uscita.
“Vidi un cielo nuovo e una terra nuova” (seconda lettura)
Siamo ancora con i piedi ben saldi e radicati nella “terra” che precede la Pasqua di Gesù; fatica (oh, quanto fatica!) a far capolino in noi la “terra nuova”.
“Da questo tutti capiranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (vangelo)
Solo così potrà perdere spazio e diventare meno prepotente tra noi la “terra di prima”. Solo allora, a ogni nostro gesto di amore, Dio potrà ripetere: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (seconda lettura).