Le letture della VI Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“Maledetto l’uomo… Benedetto l’uomo” (prima lettura)
“Beati voi… Guai a voi” (vangelo)
La Parola di Dio che ci è rivolta in questa domenica è fin troppo chiara nel segnalare i bivi che la fede (e la vita!) ci pone davanti: occorre scegliere; e non mai facile! Siamo chiamati a scegliere tra le opinioni e la verità, la superficialità (ingannevole!) e la profondità della verità. D’altronde la realtà si presenta quasi sempre ambigua, complessa; talvolta facciamo fatica a capire dove ci conducono le scelte che operiamo. Proprio per questo dovremmo sentire la responsabilità di avere riferimenti sicuri alla base delle nostre decisioni.
Per noi cristiani dovrebbe essere sempre il Vangelo a indicare la direzione del cammino e la meta: dovremmo essere come una “pianta che cerca l’acqua” (salmo responsoriale); a volte, invece, andiamo a cercare l’acqua proprio dove non ce n’è; confidiamo in chi promette un’acqua che non ti darà mai. E poi si levano alti i lamenti!
Quella che abbiamo ascoltato è la lezione di Gesù sulla felicità: ognuno di noi porta nel cuore da sempre il desiderio di essere felice. Gesù, però, sposta la nostra attenzione da “felice” a “beato”. “Beato” è chi cerca e trova terreno solido per la sua vita (essere ed agire) in quello che il Signore chiede, nella sua Parola. “Beato” è chi ha capito che Dio lo ama, in qualunque condizioni si trovi la sua vita: fragilità, debolezza, vuoto, mancanza.
Il “Guai a voi” non è una maledizione scagliata da Dio; è il lamento di Dio Padre davanti a vite nelle quali i suoi figli hanno fatto scelte sbagliate: sono vite condannate alla mancanza di significato e alla solitudine. Sono persone da compiangere, perché hanno rimosso il Signore e la sua Parola dalla prospettiva della loro vita: si sentono già saturi, autosufficienti, artefici della propria esistenza; ma si sbagliano, sono vittime di un inganno: la vita non è così e presenterà loro il conto!
Dunque per Gesù la felicità/beatitudine è collegata a uno spazio in cui Dio può entrare: chi è povero, affamato, nel pianto, si rende conto di avere questo spazio; ha bisogno di chiedere; scopre che almeno su Dio può contare; lascia che Dio agisca nella sua vita con la Grazia che salva.
“Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio” (vangelo)
Per Gesù, dunque, la felicità/beatitudine è il Regno, il rapporto con Dio che nasce e cresce per grazia sua, per amore gratuito: non è da guadagnare o da conquistare; è da riconoscere, ricevere ed accogliere.
Ho trovato una indicazione che mi è piaciuta e mi ha fatto riflettere. Nella versione del Vangelo in lingua francese, l’espressione “beati” è stata tradotta con “in cammino”. Apparentemente sembra che non c’entri niente; in realtà dice qualcosa di molto vero per la nostra vita: il Regno di Dio” (il rapporto con Dio) non è mai una realtà acquisita definitivamente e di cui siamo diventati proprietari; è un cammino verso la felicità, indirizzato dalla Parola di Dio, accompagnato e sostenuto dalla Grazia di Dio.