VI Domenica di Pasqua (9/5/2021)


VI Domenica di Pasqua

Le letture della VI Domenica di Pasqua sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Durante il Tempo di Pasqua, il Vangelo secondo Giovanni ci ha accompagnato a “celebrare per rivivere il grande dono che Dio Padre ci ha fatto nel Figlio per opera dello Spirito Santo”. Anche per noi, come per i discepoli di allora, prima le apparizioni, poi le immagini, infine la rivelazione della verità riguardo alla Pasqua.

Le apparizioni hanno mostrato ai discepoli qual è il risultato di una vita “vissuta a modo di Dio”: vita che si consegna, come dono di sé. Gesù spazza via la nostra convinzione che la morte sia l’ultima tappa per la nostra vita umana; chi dona se stesso non finisce con la morte, ma entra come Lui e con Lui in una vita di qualità nuova: a noi sconosciuta, perché è la vita da figli di Dio.

Le immagini (il pastore e il gregge; la vite e i tralci) hanno indicato la strada per entrare già da ora in questa vita nuova (pasquale).

“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi”
“Rimanete nel mio amore”
“Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”

L’amore per il Figlio, il Padre l’ha mostrato quando è sceso lo Spirito Santo (al Battesimo di Gesù; nella Trasfigurazione sul Monte Tabor). Ora Gesù fa lo stesso per noi: soffia su di noi il dono del suo Spirito, la vita stessa che unisce il Padre e il Figlio. In questo amore noi “siamo stati generati”, introdotti e coinvolti (2° lettura). La vita che riceviamo in dono nel Battesimo e ci innesta in Gesù (tralci nella vite) è la vita intesa e vissuta come amore, come dono.

Oggi la verità, proclamata da Gesù nel contesto dell’Ultima Cena: parole autorevoli, come un testamento; parole pronunciate da Gesù “con l’asciugatoio ai fianchi e la brocca in mano”, mentre lava i piedi ai suoi discepoli; parole che chiedono di lasciarsi amare e di rimanere nel suo amore.

Resta da capire bene il riferimento di Gesù all’osservanza dei comandamenti. Gesù l’ha detto esplicitamente: tutto il rapporto con Dio (la Legge e i Profeti) è racchiuso nel Comandamento dell’amore; se osserviamo i comandamenti, siamo ancora nell’amore, rimaniamo nell’amore. Il discepolo di Gesù si distingue solo perché ama, come il suo Signore. Ecco la verità: l’amore non è una meta da conquistare, una realtà da possedere; l’amore è la nostra origine e il senso della nostra vita, come l’aria che respiriamo e ci fa vivere. Non si tratta di un’affermazione legata soltanto alla fede; è la verità del nostro essere persone umane, chiamate alla relazione e alla comunione.

“Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”

La Pasqua troverà il suo compimento a Pentecoste, nel dono dello Spirito Santo; Lui ci innesterà di nuovo (come un nuovo Battesimo) in questo mistero di amore che è la Santissima Trinità.

Attendiamo lo Spirito che rende la nostra vita connaturata alla Pasqua di Gesù; Lui ci può fare scoprire e sentire la “gioia piena” (Vangelo) che nasce dal pensare all’offerta si sé come unica via per dare valore alla nostra vita presente; Lui desidera accompagnarci verso la piena e definitiva manifestazione di questa gioia nella vita eterna.