VII Domenica del Tempo Ordinario (20/2/2022)


VII Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della VII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

L’abbiamo ascoltato domenica scorsa: Gesù annuncia la “Parola che salva” a uomini e donne provati da situazioni ingiuste e di sofferenza: poveri, affamati, nel pianto, perseguitati. Li proclama beati!

“A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male”

Anche oggi quella del Vangelo è una Parola nuova: stravolge convinzioni e comportamenti che strutturavano e strutturano la vita dell’umanità. Siamo ancora e sempre convinti che l’unico modo per uscire da umiliazioni e soprusi sia il fare guerra, il ripagare il male con il male. Gesù propone una via d’uscita completamente diversa da quella che pratichiamo noi, anche se (onestamente!) le parole di Gesù suonano urtanti e spiazzanti alle nostre orecchie e al nostro cuore.

Dunque c’è un’altra “via d’uscita”: e non è fuga dalla realtà, far finta che le cose vadano bene; non è neppure costruire il rapporto con Dio su uno spiritualismo disincarnato. È un modo diverso di costruire relazioni. A noi sembrerebbe che le relazioni debbano essere il frutto di un “equilibrismo”: concentriamo i nostri sforzi per rimanere in equilibrio; cerchiamo compromessi; coltiviamo diplomazia; valutiamo la corretta reciprocità dei comportamenti degli altri nei nostri confronti. Le letture di questa domenica sono un richiamo a “spezzare gli equilibri”. Davide (prima lettura) avrebbe la possibilità di uccidere Saul che sta cercandolo per eliminarlo. Il suo servo, Abisai, gli dice: “Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico”. Ma Davide riconsegna Saul nelle mani di Dio.

“A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica”
“Come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”

Un’altra regola fondamentale nella nostra vita è la “reciprocità”: è diventata un valore portante della nostra cultura, delle buone maniere, della buona educazione. Secondo Gesù, la reciprocità è solo un “surrogato dell’amore”: non è un modo di ragionare secondo il Vangelo.

Gesù invita ad uscire da questa dinamica: ci chiama a sostituire la regola della reciprocità con quella della “eccedenza”. Gesù ci chiama a regolare le nostre scelte sulle risposte che ci aspetteremmo dagli altri, non su quelle che gli altri ci danno; a non cercare il rispetto dei nostri diritti prima di impegnarci nel compiere il nostro dovere; a trasformare in scelte nei confronti degli altri quello che ci farebbe piacere ricevere dagli altri. Questo spezza gli equilibri!

Una domanda, a questo punto, nasce spontanea: “Perché dovrei farlo?”. La Parola di Dio risponde: “Perché Dio con te non fa l’equilibrista!”.

Il Salmo Responsoriale ci dà una prima conferma: “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, ti circonda di bontà e di misericordia. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe”.

Il Vangelo ci offre due risposte. “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”. Se usciamo dalla dinamica della reciprocità, siamo i primi a trarne beneficio.

Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. Solo così saremo “figli dell’Altissimo”. E noi lo sappiamo. Un battezzato ha un unico scopo nella sua vita: vivere in rapporto da figlio con Dio Padre. Solo così può dare senso alla propria vita e renderla felice.