
Le letture della VII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.
Riflessione
“A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano” (vangelo)
Dopo il “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” (domenica scorsa), continua il “martellamento” del vangelo sulla nostra vita. Gesù sa che la “Buona notizia” diventerà “vita nuova per noi” soltanto dopo che la “vita vecchia” (quella “dell’uomo fatto di terra”) sarà demolita per fare spazio alla “vita nuova” (quella “dell’uomo che viene dal cielo”).
“A voi che ascoltate”. Questa è la prima condizione: e non è scontata, neanche per noi che siamo qui; figuriamoci per gli altri! Se ascoltiamo, Gesù ci chiede: “Vuoi confrontarti con i peccatori, oppure con il Padre vostro misericordioso?”. Certamente: confrontarci con il “Padre”, significa riconoscerci “figli dell’Altissimo”; ma anche lasciare che venga in evidenza tutta la nostra povertà e accettare che il nostro rapporto con Dio (il regno di Dio) stia in piedi soltanto perché totalmente appoggiato alla misericordia di Dio.
I comportamenti a cui ci chiama il Vangelo di Gesù sono appoggiati e sorretti da due esperienze fondamentali, senza le quali non possiamo neppure pensare di accoglierli:
- l’esperienza di essere amati, accompagnati, guariti e perdonati da Dio (ascolto della Parola e vita sacramentale);
- la contemplazione riconoscente di coloro che si sono inoltrati su questa strada e l’hanno percorsa.
Prima di tutti Gesù, con la sua vita donata a noi nell’Incarnazione, nella sua Pasqua e nell’effusione del suo Spirito; poi gli altri testimoni del passato e del presente (quasi sempre nascosti, a cui la cronaca dedica poco spazio) che questa strada l’hanno imboccata e faticosamente percorsa: S. Stefano, gli Apostoli, i martiri; la vedova del Commissario Calabresi, la figlia di Aldo Moro, il figlio del prof. Bachelet, i genitori di Giulia Cecchettin, i genitori del ragazzo morto a Milano in Piazzale Corvetto, la senatrice Liliana Segre, ecc.
Va detto con chiarezza: queste parole di Gesù non sono un invito a chiudere gli occhi per non vedere il male, a essere remissivi e deboli, a sottrarsi al conflitto tra il bene e il male. Al contrario: ci vuole una grande forza interiore. Ma Gesù ci dice: “Guarda bene! Se contrapponi male al male, ne nasce il male! Se contrapponi odio all’odio, ne nasce odio!”.
Chiudiamo anche oggi con un pensiero al Giubileo e all’Anno Santo. Condizione fondamentale per accostarci e accedere alla misericordia che Dio elargisce in questa occasione era e rimane il condono dei debiti e la disponibilità a perdonare: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.