VIII Domenica del Tempo Ordinario (2/3/2025)


VIII Domenica del Tempo Ordinario

Le letture della VIII Domenica del Tempo Ordinario sono disponibili al seguente link, cliccando qui.

Riflessione

Nelle ultime domeniche, la Parola del Signore Gesù (la Buona Notizia) ci ha chiesto di confrontare la nostra vita con quella che potremmo definire (con qualche ragione!) la “follia del Vangelo”. Oggi la domanda è: “In questa follia, troviamo traccia di sapienza per la vita umana?”

La prima lettura e il Vangelo parlano il linguaggio della ragionevolezza, dell’equilibrio: sentimenti che, per la verità, sembrano scomparsi dalla cultura di vita nella quale siamo immersi ai nostri giorni; il linguaggio che ascoltiamo quotidianamente e che regola i rapporti umani sembra ormai essere diventato un altro (purtroppo!). A me sembra urgente l’operazione di cui parla il Siracide: quella del setaccio che elimina i rifiuti e conserva solo ciò che è buono. Ci sforziamo di farlo o ormai “mandiamo giù di tutto” senza fare una piega?

Il brano di Vangelo raccoglie e mette una accanto all’altra delle brevi parabole: Gesù vuole indicare a noi discepoli la strada da percorrere per vivere con saggezza.

“Può forse un cieco guidare un altro cieco””

Noi adulti (preti, genitori, educatori, catechisti, autorità civili, ecc.) siamo ancora capaci di indicare alle generazioni dei nuovi battezzati la via della salvezza tracciata dal Signore Gesù e di accompagnarli a percorrerla con noi?

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”

È sempre più urgente la necessità di non nasconderci i nostri difetti, le nostre fragilità, le nostre debolezze, le nostre incoerenze, i nostri peccati. Giungono veramente opportuni e salutari gli inviti alla conversione: Anno Santo e Quaresima.

“Ogni albero si riconosce dal suo frutto”

La considerazione di Gesù riguarda inizialmente il mondo delle piante, ma poi si trasferisce nell’ambito della vita umana: la nostra attenzione è ricondotta nel rapporto tra coscienza e azioni; entra in gioco il cuore, la possibilità che abbiamo di accogliere o rifiutare (liberamente!) la Parola di Gesù. “Cuore” è la nostra identità di persone umane: il centro della volontà e delle scelte. Da lì parte quello che poi si manifesta nelle parole e nelle azioni.

Chiediamo la grazia di “rendere grazie al Signore con la nostra vita”: annunciare il suo amore e le sua fedeltà verso di noi e verso la nostra vita; la sua volontà e la sua capacità di perdonarci con misericordia e di rinnovare in noi con la sua grazia la nostra vita da figli di Dio.